“Abbiamo assistito con sconcerto alle gravissime e farneticanti affermazioni del sedicente professore durante la trasmissione Quarta Repubblica nella prima serata di lunedì 26. Parole gravissime per le quali abbiamo dato mandato al nostro legale Avvocato Gigante dello Studio Legale Picozzi & Morigi di Roma, per procedere penalmente nei suoi confronti a tutela della dignità professionale e onorabilità dei poliziotti, non è certamente possibile tollerare in silenzio di un tale violento delirio, condito da sfumature di vilipendio alle Istituzioni. Approfittando dell’assenza di un contraddittorio adeguato alle questioni e materie trattate, come avviene normalmente in tutte le trasmissioni, il citato professore ha fatto passare un messaggio fuorviante sul modo d’essere dei poliziotti e il loro modo di pensare, giungendo ad affermare che i poliziotti manganellano per invidia sociale e culturale nei confronti degli studenti, (ignorando tra l’altro che la maggior parte dei giovani poliziotti sono laureati o laureandi), e che per affrontare la pressione dei servizi di ordine pubblico i poliziotti si drogano. A nulla è servito il tentativo di bloccarlo da parte del conduttore Nicola Porro. Considerate inoltre le imprecisioni a cui si è lasciato andare sulla storia sociale dei poliziotti e della polizia, e finanche sul pensiero di Pasolini che, certamente, non è quello che D’Orsi dall’alto della sua cultura ha descritto con un linguaggio scarno e qualunquista, tanto da sbagliare i tempi della narrazione di soli 50anni, invitiamo il sedicente professore ad organizzare un dibattito pubblico con noi sull’evoluzione istituzionale e socio culturale dei poliziotti e della Polizia di Stato e il ruolo che gli stessi hanno nel paese e nella democrazia repubblicana”.