La Segreteria Nazionale ADP ha inviato nota al Sig. Capo della Polizia e all’Ufficio Relazioni Sindacali sull’utilizzo dei social e il comportamento degli Uffici di Polizia nei confronti dei dipendenti. Stop alla reperibilità h24 gratuita e stop all’invasione nella sfera familiare dei dipendenti che sono vittime del sistema. Se il codice di comportamento dei dipendenti è diventato circolare sottoscritta dal Capo della Polizia, esigiamo che il codice di comportamento incida anche sugli uffici. Si ad un’indennità contrattuale contro sfruttamento dei mezzi propri ( telefoni cellulari) nei confronti dei dipendenti.
di seguito la lettera integrale:
Ill.mo Sig. Capo,
il DPR 81 del 13 giugno 2023 ha imposto limitazioni al personale della Polizia di Stato, con
particolare riferimento all’art. 11 ter per– utilizzo dei mezzi di informazione e dei social media – ove,
nei fatti, si vieta al personale il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione, così come invece altrimenti previsto dall’art 21 della
Costituzione.
Non riusciamo, infatti, a comprendere come, l’utilizzo “privato” (senza quindi elementi di
riconoscibilità dell’operatore) dei social quali ad es. “facebook”, possano essere attribuibili
direttamente alla Pubblica Amministrazione e quindi portare disdoro alla stessa. Non solo ci
chiediamo come, un appartenente all’Amministrazione, potrebbe esprimere altrimenti un suo parere- diritto, tra l’altro sancito dalla stessa Costituzione senza alcuna limitazione. Il bello è che, molto spesso, gli interessati non fanno neanche riferimento al proprio ambito lavorativo ma, vengono commentati (se positivamente o negativamente non importa) da conoscenti che ne svelano, incidentalmente o volontariamente, ma comunque in modo non attribuibile al soggetto,
l’appartenenza.
La locuzione “ obbligo di astenersi da qualsiasi intervento o commento “ lascia chiaramente intendere una compressione, evidentemente oltre i limiti costituzionali, della libertà di parola stessa degli uomini e donne in divisa, ancorché si riferisca all’eventuale nocumento del prestigio, decoro o
immagine dell’Amministrazione, tale da avviare procedimenti disciplinari e sanzioni sull’appartenente, partendo dalla semplice “opinione” di superiori che, potrebbero perseguire
disciplinarmente il personale anche per un commento apposto da un “cittadino digitale” proveniente da un profilo, anche falsamente ed artatamente creato proprio per raggiungere quello scopo.
Dopo questa breve premessa, che speriamo abbia sinteticamente descritto la complessità della materia su cui permane il silenzio delle altre OO.SS;, anche rappresentative, vogliamo porre l’attenzione alla S.V.Ill.ma sull’utilizzo “indiscriminato e perpetuo” da parte degli Uffici di Polizia degli stessi social network, quali gruppi “whatsapp” o “telegram” a cui il personale è, di fatto, obbligato ad aderire per ricevere, continuamente, sul proprio telefono cellulare informazioni o comunicazioni che, stando alla
normativa vigente, possono invece essere date durante il turno di servizio o nelle bacheche in ufficio.
Saprà certamente che, rispondere ad una comunicazione di servizio o “l’obbligo velato” di fare parte dei gruppi, non comporta nessuna indennità. Così come ipotizziamo il caso di un dipendente, ad
esempio in servizio alla Squadra Mobile, che esca dai gruppi social network d’ufficio, tramite il
proprio telefono cellulare (privato) e sia nel breve periodo allontanato dallo stesso ufficio.
La connessione internet, tanto più se privata, non deve essere continuamente disturbata dalle
comunicazioni dei gruppi dell’Ufficio, poiché il personale con la stessa connessione riceve
comunicazioni, da parte di familiari e amici ed è nel suo pieno diritto di limitare le comunicazioni
d’ufficio, al fine di non nuocere alla stabilità privata e familiare.
In sostanza, con la presente rivendichiamo IL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE, così come altri lavoratori già hanno e/o una circolare che sappia dirimere i criteri generali e le grandi questioni per l’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche e dei social, in orario diverso da quello di servizio, al fine di conciliare la vita lavorativa e quella familiare. Non può, il datore di lavoro, continuamente invadere od anche avere solo a disposizione, l’ambito della sfera privata e familiare dei dipendenti 24 ore al giorno, per 7 giorni la settimana, in assenza per di più della giusta retribuzione.
Sarebbe altresì opportuno, nel prossimo tavolo di discussione contrattuale, prevedere un’indennità
per l’utilizzo da parte dell’amministrazione dei sistemi informatici dei dipendenti mai proposta
a tutt’oggi, come detto. da altre organizzazioni sindacali (forse, ipotizziamo, il fatto di essere in
“perenne distacco” per certi personaggi, non rende facile “vedere” le difficoltà e le necessità degli
operatori sul territorio) di cui si farà carico l’ADP per il tramite dei propri riferimenti politici.
Certi del valore di questa nota e della sua squisita sensibilità ai temi trattati dalla nostra
Organizzazione Sindacale, Le Porgiamo Distinti Saluti e Fervidi Auguri di Buon Lavoro.
ROMA, 22 febbraio 2024
IL SEGRETARIO GENERALE ADP
GASPARE MAIORANA