Nel Giorno del Ricordo, che si celebra ogni anno il 10 febbraio, un pensiero particolare vada anche ai tanti poliziotti e a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che in quei tragici momenti della storia d’Italia – tra il 1943 e il 1947 – furono infoibati dal dittatore comunista Tito nelle terre della Venezia-Giulia.
Per rinnovare questa memoria, che deve diventare impegno civile contro ogni forma di violenza, il Sindacato Fsp Polizia di Stato sarà presente col suo Segretario Nazionale, Giuseppe Brugnano, all’iniziativa di Fratelli d’Italia prevista a Catanzaro sabato 10 febbraio, per la deposizione di una corona di fiori nel piazzale di località Giovino intitolato ai Martiri delle Foibe, alla quale sarà presente anche il Sottosegretario di Stato all’Interno l’onorevole Wanda Ferro.
Quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una ferita sanguinante per il nostro Paese, con almeno 10.000 persone ammazzate perché italiane, fatte sparire nelle cavità carsiche delle foibe, e altre 350.000 costrette ad un esodo biblico in altre regioni d’Italia o addirittura in altri continenti. Finanzieri, Carabinieri e Poliziotti furono tra i primi ad essere “selezionati” dal regime jugoslavo titino per essere infoibati. In particolare non vanno dimenticati gli 89 poliziotti della Questura di Fiume che dopo il 3 maggio 1945 – data della violenta occupazione della città da parte delle milizie jugoslave– furono infoibati nei dintorni di quella città, pur in assenza di qualsivoglia carico di accusa nei loro confronti. È opportuno evidenziare che la Questura di Fiume non partecipò ad alcuna azione di rappresaglia nei confronti di civili slavi né di partigiani; ciononostante, come la storia ha ben chiarito, gli appartenenti alla Questura di Fiume furono uccisi con un unico capo di imputazione ed un’unica colpa: essere italiani! Fra l’altro, tutto questo accadde alla Questura famosa per essere stata guidata dall’eroico Commissario Giovanni Palatucci, il quale salvò moltissimi ebrei, perseguitati specialmente all’indomani dell’arrivo nazista a Fiume dopo l’otto settembre del 1943.
Identica tragedia colpì gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine della Questura di Gorizia, dove vennero prelevati non meno di 90 Poliziotti, poi deportati in Slovenia dove le loro storie, le loro identità, le loro vite incontrarono un atroce destino. Anche la Questura di Trieste diede il suo tristissimo contributo alla prepotenza dell’invasione titina: qui si contano oltre 150 poliziotti deportati e infoibati.
“Come Sindacato di Polizia – dice Brugnano – riteniamo necessario risaltare il sacrificio dei nostri caduti. A loro rivolgiamo il nostro profondo pensiero. Non li dimenticheremo.”