(Adnkronos) – Ogni anno in Italia circa 30mila persone si sottopongono ad intervento di chirurgia bariatrica che, per gli esperti, si conferma l’arma più potente e duratura nella lotta contro l’obesità. "Di questi 30mila interventi, 23.500 sono quelli censiti nel 2022 dal registro della Società italiana di chirurgia dell’obesità. Si tratta di interventi sempre più sicuri, efficaci e mininvasivi”. Così all’Adnkronos Salute Giuseppe Navarra, presidente della Società italiana di chirurgia dell'obesità (Sicob), oggi in occasione della seconda Giornata nazionale della chirurgia bariatrica, fa il punto sulle tecniche utilizzate per combattere l’obesità all’interno di una sala operatoria. "Gli interventi di chirurgia bariatrica possono essere distinti in due categorie – spiega Navarra che è anche responsabile del reparto di Chirurgia generale ad indirizzo oncologico del Policlinico di Messina – : interventi restrittivi, in cui si riduce il volume dello stomaco: mangio meno perché mi sento sazio prima e quindi ovviamente introduco meno calorie e dimagrisco; e interventi malassorbitivi o misti”, procedure che comportano si una"riduzione delle dimensioni dello stomaco ma soprattutto fanno ‘saltare’ al cibo un tratto di intestino che non viene quindi percorso e non può assorbire i nutrienti” in modo tale da ridurre la quantità di cibo assorbito e di conseguenza le calorie assunte in un solo pasto. “Circa il 50% degli interventi eseguiti in Italia e nel mondo – sottolinea l’esperto – sono di tipo restrittivo come le sleeve gastrectomy, una gastrectomia verticale. Con questa tecnica noi riduciamo il volume dello stomaco, da un contenitore con la capacità di circa un litro e mezzo in un tubo di 120-130 ml”. Un altro intervento restrittivo è il “bendaggio”, il famoso anello, la cui popolarità negli anni è diminuita e con essa il numero di interventi ridottisi a circa il 10-11% di tutti gli interventi di chirurgia bariatrica in Italia. Quindi, le tecniche miste, tra cui la famiglia dei bypass gastrici, procedura di chirurgia bariatrica che crea una piccola tasca di 40 ml a livello dello stomaco”, separata dal resto dell’organo e collegata direttamente all’intestino tenue, di cui ‘salta’ solo una piccola porzione. Infine le tecniche malassorbitive pure come la diversione bilio-pancreatica, la Ds, la Sadi che conducono a maggiore perdita di peso che però si paga con una maggior incidenza di sindromi carenziali. Sulla possibilità che si verifichi un evento avverso, come la morte, a seguito di queste operazioni, Navarra non ha dubbi: “Ovviamente ci sono pazienti che non superano l’intervento. Per tale motivo, al fine di garantire la qualità massima possibile bisogna seguire delle linee guida. La Sicob ha pubblicato sul sito dell'Istituto superiore di sanità delle linee guida con la costituzione di percorsi diagnostico-terapeutici che vengono validati dalle singole aziende, anche a livello regionale. In Italia sono presenti due reti assistenziali per l'obesità, in Veneto e in Sicilia, e sistemi di accreditamento per il chirurgo e la struttura. In questo la Sicob si è fatta carico di estendere tutta una serie di requisiti che caratterizzano un centro di eccellenza e altri centri di riferimento accreditati e verificare gli stessi requisiti in modo da cercare per quanto possibile di garantire la massima sicurezza ai pazienti” conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)