(Adnkronos) –
'No' al cessate il fuoco anche temporaneo e 'no' all'ingresso di carburante per gli ospedali della Striscia di Gaza. E' questa la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu alle richieste avanzate dal Segretario di Stato americano Antony Blinken arrivato oggi 3 novembre in Israele per quella che è la sua terza visita nel Paese dall'inizio del conflitto con Hamas lo scorso 7 ottobre proprio con l'intento di convincere Israele a concedere "una pausa" umanitaria per "permettere una mediazione". Blinken ha visto prima il premier israeliano Benjamin Netanyahu e poi il presidente Isaac Herzog. Nei suoi colloqui, riferisce lui stesso al termine, si sono affrontate questioni riguardo a "una pausa umanitaria" che, secondo il segretario di Stato Usa potrebbe aiutare "gli sforzi per gli ostaggi e la consegna degli aiuti ai civili" a Gaza. "Abbiamo discusso come usare la pausa umanitaria per consegnare aiuti e per gli ostaggi e come fare che questa non aiuti Hamas", ha poi aggiunto. "Bisogna evitare di negare il carburante per gli ospedali di Gaza", ha aggiunto Blinken. Non ci sarà alcun cessate il fuoco, nemmeno temporaneo, fino a quando tutti gli ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza saranno riportati in Israele, ha dichiarato il primo ministro Netanyahu dopo aver incontrato Blinken. ''Israele rifiuta un cessate il fuoco temporaneo che non preveda il ritorno degli ostaggi'', ha affermato. E dopo l'incontro, il primo ministro israeliano non ha cambiato idea nemmeno sul no all'invio di carburante nella Striscia di Gaza, riferiscono diversi media israeliani, citando fonti dell'ufficio del premier. Netanyahu ha finora sempre respinto ogni richiesta di far entrare carburante, necessario per gli ospedali e le pompe dell'acqua, sottolineando che Hamas dispone di ampie riserve per uso militare. Nell'incontro con il presidente Herzog, il Segretario di Stato Usa ha poi ribadito che Israele "ha non solo il diritto ma il dovere di difendersi e fare tutto il possibile perché il 7 ottobre non accada più, il mondo in cui Israele lo fa conta". "E' molto importante che quando si tratta della difesa dei civili che sono intrappolati nello scontro provocato da Hamas – ha aggiunto Blinken – che facciamo per proteggerli e portare aiuti a chi ne ha disperato bisogno, e non sono in alcun modo responsabili per quello che è successo il 7 ottobre". Quanto agli ostaggi israeliani, ha assicurato che "siamo determinati a fare tutto quello che possiamo per farli tornare sani e salvi dalle loro famiglie. I nostri cuori sono con loro, lo comprendiamo, noi vogliamo un rilascio immediato", hanno detto Blinken e Herzog sottolineando che "pensiamo ogni singolo minuto ai nostri ostaggi, così tanti israeliani, americani ed altri cittadini stranieri". Domani Blinken volerà ad Amman e con i Paesi arabi parlerà dell'utilità delle pause umanitarie piuttosto che insistere sul cessate i fuoco. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)