(Adnkronos) – A Firenze dopo quasi 50 anni dal suo ritrovamento (era il 1975), il prossimo 15 novembre la 'Stanza segreta' di Michelangelo, piccolo ambiente contenente una serie di disegni a carboncino attribuiti al Buonarroti (che qui si nascose nel 1530), a cui si accede dalla Sagrestia Nuova, all'interno del Museo delle Cappelle Medicee, sarà accessibile al pubblico. L'apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni aperte fino al 30 marzo 2024, in via prudenziale. Dopo l'annuncio dato lo scorso 26 settembre dal direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova uscita del Museo delle Cappelle Medicee, la direttrice dei Musei del Bargello, Paola D'Agostino, ha fornito oggi i dettagli. L'imminente e attesa apertura al pubblico della 'Stanza segreta', mai stata accessibile al pubblico in maniera regolamentata finora, è resa possibile anche grazie al monitoraggio che verrà condotto nei prossimi mesi, d'intesa con l'Opificio delle Pietre Dure ed entrerà in vigore a partire dal 15 novembre per gruppi contingentati di massimo 4 persone alla volta, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti. Il numero limitato di presenze per fasce orarie è dovuto alla necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio. Nel 2018 grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura con Lottomatica, il maestro Mario Nanni, coadiuvato dall'architetto Maria Cristina Valenti, in quegli anni in forze ai Musei del Bargello, ha curato la nuova illuminazione a led anche della Stanza segreta. "La conclusione dei lavori della nuova uscita e l'adeguamento del Museo delle Cappelle Medicee alle norme di sicurezza, consentiranno di aprire la stanza segreta di Michelangelo – ha spiegato Massimo Osanna – luogo di fascino straordinario, ma delicatissimo per l'ubicazione dello stretto ambiente nel percorso museale e per la tutela dei disegni a carboncino presenti sulle pareti". "È stato un lungo costante e paziente lavoro che ha coinvolto diverse professionalità e desidero ringraziare tutto il personale dei Musei del Bargello che ha lavorato con me in questi anni per quest'obiettivo – ha dichiarato Paola D'Agostino – Tra loro devo un ringraziamento particolare a Francesca de Luca, storica dell'arte e responsabile delle Cappelle Medicee e di Casa Martelli e a Benedetta Cantini, funzionario restauratore ai Musei del Bargello per l'attenta cura che hanno di questo ambiente straordinario. La mia profonda gratitudine va, ai colleghi dell'Opificio delle Pietre Dure che condividono con competenza e passione tanti progetti di restauro, diagnostica, monitoraggio e ricerca su alcuni capolavori dei Musei del Bargello". "Questo ambiente così piccolo è un vero unicum per il suo eccezionale potenziale evocativo. Le sue pareti sembrano contenere a stento numerosi schizzi di figura, in buona parte di formato monumentale, tracciati da segni che attestano una grande chiarezza progettuale – ha commentato Francesca de Luca, curatrice del Museo delle Cappelle Medicee – A questi si accompagnano studi, variamente accurati o sommari, di dettagli anatomici, di volti, di pose inconsuete. Non in tutti i disegni è avvertibile la stessa sostenuta tensione qualitativa della grafica di Michelangelo, che secondo la ricostruzione di Paolo dal Poggetto, scopritore di queta stanza nel 1575, qui si sarebbe potuto esercitare nel 1530 durante la sua latitanza per salvarsi dall’ira di papa Clemente VII Medici dovuta alla sua attività di responsabile delle fortificazioni presso il governo repubblicano, che aveva espulso la famiglia nel 1527. Tuttavia questo luogo permette ai visitatori di oggi l'esperienza unica di poter entrare in contatto diretto non solo con il processo creativo del maestro, ma anche con la percezione della formazione del suo mito di divino artista, preso a modello dai colleghi contemporanei e dai giovani iscritti all'Accademia delle arti del Disegno, di cui Michelangelo fu nominato 'Padre e Maestro', che nel 1563 stabilì la sua sede in Sagrestia". La 'Stanza segreta' sarà accessibile esclusivamente su prenotazione, ad un massimo di quattro persone a gruppo accompagnato, fino ad un limite di 100 persone la settimana. Sarà aperta il lunedì (alle 15, 16:30 e 18:00), il mercoledì (alle ore 9:00, 10:30, 12:00, 13:30, 15:00, 16:30, 18:00), il giovedì (alle ore 9:00, 10:30, 12:00, 13:30, 15:00), il venerdì (alle ore 15:00, 16:30 e 18:00) e il sabato (alle ore 9:00, 10:30, 12:00, 13:30, 15:00, 16:30, 18:00). La permanenza massima all'interno della stanza sarà di 15 minuti, accompagnati dal personale di vigilanza del Museo. Dal momento che per accedere all'ambiente è necessario scendere una stretta e angusta scala, la stanza non è accessibile ai disabili e, per ragioni di sicurezza, ai minori di 10 anni. Il biglietto di ingresso avrà un costo di 20,00 euro a persona (2,00 euro i ridotti; gratuito per i minori di 18 anni) a cui si andranno ad aggiungere i costi della prenotazione obbligatoria (3 euro) e il prezzo del biglietto di ingresso al Museo delle Cappelle Medicee (10 euro intero, 3 euro ridotto fino al 15 dicembre 2023). Un totale di 30,00 euro più la prenotazione obbligatoria per i biglietti interi e 5 euro più i 3 euro di prenotazione obbligatoria per i ridotti. Stanza segreta di Michelangelo: la storia Era il novembre 1975 quando Paolo Dal Poggetto, allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, incaricò il restauratore Sabino Giovannoni di fare dei saggi di pulitura in uno stretto corridoio sottostante l'abside della Sagrestia Nuova, in occasione di un sopralluogo preliminare alla ricerca di uno spazio adeguato alla realizzazione di una nuova uscita del museo. La stanzetta, 10 metri di lunghezza per 3 di larghezza, alta al culmine della volta 2 metri e 50, era stata usata come deposito di carbonella fino al 1955 e poi inutilizzata, rimasta chiusa e dimenticata per decenni, sotto una botola completamente coperta da armadi, mobili e suppellettili accatastate. È qui, durante dei saggi sulle pareti, che il restauratore si imbatté, sotto due strati di intonaco, in una serie di disegni murali di figura, tracciati con bastoncini di legno carbonizzato e sanguigna, di dimensioni varie, in molti casi sovrapposti, che dal Poggetto attribuì per la maggior parte a Michelangelo. L'allora direttore ipotizzò che l'artista si fosse rifugiato nel piccolo ambiente nel 1530, quando il Priore di San Lorenzo, Giovan Battista Figiovanni, lo nascose dalla vendetta del papa Clemente VII, infuriato perché l'artista – durante il periodo in cui i Medici furono cacciati dalla città – aveva militato come supervisore delle fortificazioni per il breve periodo di governo repubblicano (1527-1530). Ottenuto il perdono della famiglia, dopo circa due mesi – che secondo la ricostruzione dovrebbero collocarsi tra la fine di giugno e la fine di ottobre 1530 – Michelangelo tornò finalmente libero e riprese nuovamente i suoi incarichi fiorentini, fino a quando nel 1534 abbandonò definitivamente la città alla volta di Roma. I disegni, ancora oggetto di studio da parte della critica, secondo la tesi di Dal Poggetto furono realizzati durante il periodo di 'auto-reclusione' dell’artista che avrebbe utilizzato i muri della piccola stanza per 'abbozzare' alcuni suoi progetti tra i quali opere della Sagrestia Nuova, come le gambe di Giuliano de' Medici duca di Nemours, citazioni dall’antico, come la testa del Laocoonte, e progetti riferibili ad altre sculture e dipinti. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)