(Adnkronos) – Non solo innovazione e buone pratiche in anestesia e rianimazione, al centro del 77esimo Congresso nazionale della Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva in corso a Roma anche la Terapia del dolore per la gestione dei pazienti. “Noi anestesisti e rianimatori ci occupiamo di Terapia del dolore perché la nostra specializzazione, anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, ci prepara ad affrontare la complessa tematica del dolore che rappresenta una vera e propria disciplina. Pertanto, non curiamo soltanto pazienti che sono stati dimessi da un reparto o da una Terapia intensiva, ma ci occupiamo del dolore in generale, che sia benigno o oncologico, acuto, persistente o cronico”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Alessia Violini, responsabile dell'area culturale dolore e cure palliative di Siaarti, durante i lavori del Congresso. “Il paziente con dolore, giovane o anziano non fa differenza, viene solitamente inviato dal medico di Medicina generale ai centri specialistici di terapia del dolore, che siano servizi territoriali (centri Spoke) che operano in regime ambulatoriale o centri di eccellenza (Hub) preposti ad erogare interventi diagnostici e terapeutici ad alta complessità – spiega Violini che è anche responsabile del Coordinamento Rete di Terapia del dolore Provincia Autonoma di Trento – In queste strutture il paziente viene preso in carico da specialisti, terapisti del dolore che si occupano dell'inquadramento diagnostico e di studiare il percorso terapeutico adeguato che può essere farmacologico o prevedere anche delle tecniche infiltrative mininvasive, fino ad arrivare alle tecniche invasive più avanzate. Quindi l’anestesista non si limita a seguire i parametri vitali del paziente durante un intervento chirurgico”, ma va ben oltre. “Abbiamo delle competenze molto ampie – rimarca l’esperta – la nostra disciplina abbraccia veramente tantissimi campi, basti pensare che durante i 5 anni di Scuola di specializzazione noi studiamo tutti gli apparati e gli organi del corpo umano, e questo ci aiuta tantissimo proprio per applicare anche nella terapia del dolore un trattamento farmacologico adeguato che tenga conto della terapia che il paziente segue per altre problematiche cliniche e cerchiamo di individuare il percorso clinico più corretto, tenendo anche presente le sue abitudini di vita. Obiettivo: ripristinare una migliore qualità di vita”. Importanti le novità sul fronte normativo delle cure palliative e terapie del dolore “di cui si parla anche nel Pnrr anche se – puntualizza Violini – la nostra normativa nazionale è già molto ricca di documenti che parlano anche di rete di Terapia del dolore e su questo Siaarti ha fatto una proposta di emendamento per i DM 70 e DM77, rispettivamente il decreto ministeriale che riorganizza tutte le reti intra-ospedaliere e i servizi intraospedalieri clinici e il decreto ministeriale che, invece, punta di più lo sguardo sul territorio”. Come “Siaarti stiamo lavorando attivamente in collaborazione con il Ministero della Salute per riuscire a migliorare l'organizzazione dei centri di Terapia del dolore e, di conseguenza, soddisfare sempre più i bisogni dei pazienti” conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)