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Lidl Italia, leader nella Gdo con oltre 730 punti vendita in Italia, ha presentato la nuova strategia Esg. Nel corso dell’evento 'Sulla via del domani: guidare il cambiamento verso consumi sostenibili' tenutosi oggi a Milano, l’Azienda ha diffuso i risultati del suo terzo Report di Sostenibilità 2021-2022 e illustrato la sua nuova strategia di sostenibilità. Con un approccio olistico che si basa su tre dimensioni essenziali: Fa bene al Pianeta, Fa bene alle Persone e l’ultima, Fa bene a Te, dedicata al cliente, che è la conseguenza e l’unione naturale delle prime due. “Stiamo vivendo un periodo di profondo cambiamento. Anche dal punto di vista climatico, assistiamo a fenomeni meteorologici sempre più estremi che mettono in seria difficoltà le produzioni agricole e non solo. Nonostante questo contesto sempre più complesso e interconnesso, tutti i nostri impegni in ambito di responsabilità sociale non sono cambiati, anzi, sono stati riconfermati con ancora più convinzione. In qualità di catena di supermercati, infatti, abbiamo non solo la facoltà, ma anche il dovere, di esercitare la nostra influenza in ogni ambito del nostro agire quotidiano per dare un contributo concreto all’ambiente e alla società”, dice Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia. Significativi sono i risultati ottenuti a livello ambientale per la tutela del clima: sono stati risparmiati oltre 5 milioni di kWh in illuminazione e oltre 8 milioni di kWh grazie a più di 7.000 interventi di efficientamento energetico sulle pertinenze. Lidl ha puntato anche sull’energia rinnovabile: 100% del consumo totale di energia deriva da fonti rinnovabili e il 4% dell’energia elettrica utilizzata proviene da autoproduzione attraverso pannelli fotovoltaici. Inoltre, si è registrato un sempre maggiore impiego di gas naturali per il raffreddamento dei prodotti nei centri logistici e nei punti vendita, parallelamente alla progressiva decarbonizzazione della flotta logistica che oggi vanta un terzo di mezzi alimentati a carburanti alternativi al diesel. Non solo, Lidl Italia si impegna a ridurre le proprie emissioni di Scope 1 e Scope 2 del 48% entro il 2030 rispetto al 2019, attraverso azioni concrete orientate nel tempo. Già dal 2022, l’Azienda è clima neutrale. In un’ottica di conservazione delle risorse, ma anche di contributo alla comunità, dal 2018 ad oggi l’Azienda ha recuperato e donato oltre 33.000 tonnellate di cibo in eccedenza (principalmente pane e prodotti da forno del giorno prima e ortofrutta non più perfetta esteticamente, ma ancora buona e sicura), equivalenti a più di 66.000.000 di pasti. Un aiuto reso possibile dalla proficua collaborazione con la rete Banco Alimentare. Con l’obiettivo di investigare il ruolo della Grande Distribuzione Organizzata e il suo impatto sugli stili di vita e sui consumi degli italiani in ambito sostenibilità, Lidl Italia ha commissionato una ricerca condotta da Community Research&Analysis sotto la direzione di Daniele Marini (Università di Padova). Dallo studio emerge che, tra le preoccupazioni principali degli italiani, il cambiamento climatico occupa il secondo posto (indicato dal 32,5% dei rispondenti), molto più urgente, invece, agire sul costo della vita e l’aumento dei prezzi (51,2%). Al terzo posto il futuro dei giovani (22,9%). La grande preoccupazione relativa al costo della vita si percepisce anche analizzando le abitudini di consumo: il 30% degli italiani dichiara di consumare di meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre solo il 10% dichiara di aver incrementato i consumi. Per quanto riguarda i comportamenti ritenuti maggiormente sostenibili, invece, secondo gli italiani ci sono la raccolta differenziata (indicata dall’86% del campione), la riduzione dello spreco di cibo (83%) e il risparmio energetico (82%). In quest’ottica, il ruolo delle insegne della Grande Distribuzione Organizzata è ritenuto importante: il 60% degli italiani, in particolare, riconosce che la Gdo sta realizzando iniziative che favoriscono una maggiore consapevolezza sui temi relativi alla sostenibilità, ma il 90% di questi sostiene che le insegne dovrebbero fare di più. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)