(Adnkronos) –
Screening e nuovo Registro regionale dei malati per la diagnosi precoce. 24 ottobre 2023. Diabete: la Sardegna paga pegno in Europa non solo per il diabete giovanile di tipo 1 – per il quale esiste una predisposizione genetica della popolazione che ne fa il primo paese al mondo dopo la Finlandia -, ma anche per il crescente numero di casi registrati dopo la pandemia di diabete metabolico di tipo 2 legato al sovrappeso, obesità e stili di vita errati. La rete delle cure, le opportunità e urgenze della prevenzione, la necessità della presa in carico precoce per ridurre le conseguenze in termini di mortalità evitabile, sono stati approfonditi in un focus che si è svolto nei giorni scorsi a Cagliari, promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Guidotti e Menarini group, al quale hanno partecipato tra gli altri Carlo Doria, Assessore dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza sociale della Regione Sardegna, Carla Cuccu, Consigliera regionale componente della Commissione Sanità, Paola Pisanu, Presidente della Sezione regionale Amd Sardegna, Pierluigi Annis, Presidente Federfarma Sardegna, Nicola Addis, Presidente OMCeO Sassari, Umberto Antonio Nevisco, Segretario FIMMG, Regione Sardegna, Rosangela Pilosu, Presidente SID Sardegna, Carlo Piredda, Referente SIMG, Paolo Serra, responsabile farmacia ospedale di Oristano e Riccardo Trentin, Presidente Federazione Rete Sarda Diabete Ets-Odv. “La Regione Sardegna è consapevole del problema Diabete – ha sottolineato Carlo Doria – oltre a puntare sulla prevenzione e sulle reti di cura tra centri di I, II e III livello per la presa in carico globale, intendiamo istituire un registro dei malati accogliendo la proposta della Consulta diabetologica regionale”. In Sardegna i casi di diabete di tipo 2 sono in notevole crescita, tanto da porsi ai livelli più alti d’Italia rispetto alla popolazione residente con 50 mila pazienti conclamati e circa 30 mila non diagnosticati. “Di questi – aggiunge l’assessore Doria – 10 mila sono seguiti con i sensori glicemici da allargare a tutti gli insulino trattati”. Su questo fronte la Regione segnala anche ingenti investimenti in ricerca e il via a una cell factory per la terapia genica. Le conseguenze del diabete dal punto di vista epidemiologico sono sottovalutate: almeno il 50% delle malattie cardiovascolari sono associate al diabete, il 35 dei pazienti ha insufficienza renale, il 22% ha una retinopatia, il 3% ha problemi di necrosi ai piedi e agli arti, il 23,2% va incontro ad un evento cardiovascolare acuto nel corso della vita. Tutto questo, per chi non ha un efficace controllo glicemico, comporta una riduzione di 7-8 anni di vita media. Le cure per il diabete in Italia incidono per 9,2 miliardi di costi indiretti (8% del fondo sanitario nazionale) e per 11 miliardi di costi indiretti. Ogni paziente diabetico costa 2.800 euro annui al SSN (circa il doppio dei non diabetici), di cui il 90% per complicanze e comorbilità.
Rosangela Pilosu, Presidente Sid Sardegna, punta invece il dito sull’eccesso di burocrazia e sulla necessità di agire con una presa in carico precoce dei pazienti con prediabete. Uno dei nodi irrisolti è l’aderenza terapeutica e l’accesso ai farmaci innovativi. Poca formazione e pochi medici specialisti diabetologi in Sardegna comportano difficoltà di accesso ai nuovi farmaci per il controllo della glicemia. Oggi esistono molte nuove formulazioni di farmaci, sensori, microinfusori, farmaci SGLT2, ma nonostante il lavoro fatto sui percorsi diagnostico assistenziali e sui piani integrati i risultati sulla presa in carico precoce sono ancora parziali.
Paola Pisanu, Presidente della sezione regionale Amd Sardegna, ricorda l’importanza della prevenzione anche per le donne in gravidanza. “Accompagnare le future mamme nella scelta di una dieta sana e all'attività fisica adatta può ridurre il rischio di diabete di tipo 2 nei bambini e rappresenta un impegno precoce nella promozione di uno stile di vita sano, fondamentale per prevenire la patologia”.
Nicola Addis, Presidente OMCeO Sassari, ricorda come il diabete sia una malattia subdola che resta silente per molti anni prima che venga diagnosticato. Da qui la centralità della formazione anche dei medici, a fronte dei pochi diabetologi e infermieri dedicati nella rete delle cure regionali e a strutture insufficienti. Incremento degli screening, centri di ricerca per la diabetologia pediatrica, campagne di formazione e informazione per medici e pazienti, più prevenzione e maggiore aderenza alle terapie innovative, promozione di stili di vita corretti puntando su sport e corretta alimentazione, potenziamento dei centri multispecialistici (con il nefrologo, dietista, chirurgo vascolare, oculista, ecc.), le azioni che la Regione sta mettendo in campo per fronteggiare la pandemia Diabete di tipo 2 che si registra nelle varie province. Ufficio stampa Motore Sanità Laura Avalle – 320 098 1950 Liliana Carbone – 347 264 2114
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