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I primi camion di aiuti entrano a Gaza, passando dal valico di Rafah. Arrivano cibo, acqua e farmaci per la popolazione della Striscia, che da 2 settimane è colpita dai raid di Israele in una situazione di totale emergenza, senza acqua ed energia elettrica. L'Oms tiene acceso l'allarme: il passaggio dei primi camion non risolve l'emergenza sanitaria, con ospedali al collasso e pazienti che rischiano di morire per assenza di cure. "Le forniture attualmente destinate a Gaza inizieranno a malapena a soddisfare le crescenti esigenze sanitarie, mentre le ostilità continuano a crescere. C'è disperatamente bisogno di un'operazione di aiuto potenziata e protetta", segnala l'Oms, annunciando stamattina che i primi "4 camion che trasportano forniture sanitarie dell'Oms hanno iniziato a muoversi verso il valico di frontiera di Rafah, diretti a Gaza". Fra i materiali destinati all'enclave palestinese ci sono farmaci per i traumi, altri aiuti per 1.200 persone, 235 kit per stabilizzare i feriti sul posto, medicinali mirati al trattamento di malattie croniche per 1.500 pazienti, farmaci essenziali di base e forniture sanitarie per 300mila persone per 3 mesi. "Sono un'ancora di salvezza per i feriti gravi o per chi soffre di patologie croniche o altre malattie, che hanno sopportato 2 settimane strazianti di accesso limitato alle cure e grave carenza di medicinali e forniture mediche", spiega l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute. Ma prevedendo che il conflitto continuerà, precisa l'Oms, questi materiali potranno "a malapena" cominciare a rispondere ai bisogni sanitari della popolazione. "L'Orgniazzazione mondiale della sanità chiede protezione delle squadre umanitarie a Gaza e accesso umanitario duraturo", scrive scritto su X il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. La forniture sanitarie che aspettavano di entrare a Gaza includevano "farmaci per traumi e malattie croniche e medicinali essenziali di base", ricorda il Dg Oms. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)