(Adnkronos) – “L’alopecia areata colpisce circa il 2% della popolazione italiana, nei casi più gravi può arrivare a cronicizzarsi. Si stima che nell’arco degli anni, da che insorge la patologia, un paziente può arrivare a spendere anche 100.000 euro per i dispositivi tricologici. Questi, infatti, hanno costi elevati: il prezzo di una protesi di capelli veri se di importazione cinese è di circa 1000 euro, mentre per una parrucca di capelli europei – i migliori in assoluto – si spende tra 3 e 6000 euro. Grazie alla donazione dei capelli il costo delle protesi può scendere ad un massimo di 1.300 euro”. Così, intervistata da Adnkronos, Giusy Giambertone, docente di tricotecnica presso il Campus Bio-medico di Roma e presidente della Tricostarc Onlus, realtà che da sempre si batte per la tricologia solidale. “L’obiettivo – spiega Giambertone- è garantire il diritto alla bellezza a chi subisce una nudità del capo per via di patologie e mediante la donazione di capelli dare accesso a prodotti di qualità a costi sociali”. L’esperienza dell’associazione è stata punto di ispirazione per l'assessore Luisa Regimenti e riferimento per l’elaborazione della proposta di legge nel Lazio di iniziativa della consigliera regionale Roberta Della Casa (Fi) concernente il ‘Contributo a sostegno di dispositivi per contrastare gli effetti psicologici dell’alopecia secondaria derivante da patologia accertata o conseguente a terapia farmacologica e istituzione della banca dei capelli’. “Ora – continua Giambertone- fermo restando che in Regione Lazio esiste già un contributo per sostenere i malati oncologici con alopecia da trattamento chemioterapico, la novità che introduce questa proposta di legge è l’ampliamento dei beneficiari che possono richiedere un aiuto economico per l’acquisto di una parrucca. Parliamo di pazienti affetti da alopecia permanente derivante da patologie dermatologiche o sistemiche. Una condizione che spesso rende queste persone psicologicamente fragili con ricadute anche familiari. Un profondo disagio che le soluzioni protesiche possono alleviare andando a migliorare la qualità della vita di chi soffre di alopecia. Inoltre, la proposta semplifica e centralizza presso la Regione le procedure amministrative per richiedere il contributo stesso anche per le pazienti oncologiche". A spiegare i dettagli del provvedimento Roberta Della Casa, prima firmataria. "La nostra – dice all'Adnkronos – è una proposta di legge regionale per riconoscere un contributo per l’acquisto di protesi tricologiche agli uomini e alle donne che soffrono di alopecia secondaria transitoria o permanente derivante da patologie oncologiche, sistemiche o dermatologiche o conseguente a chemioterapia e radioterapia e nei casi di alopecia areata per interventi di dermopigmentazione della zona sopraccigliare, infracigliare e di zone di cuoio capelluto. La Regione Lazio, pur riconoscendo già alcuni contributi per l’acquisto di parrucche, demanda alle Asl l’onere di soddisfare le domande, situazione che spesso causa differenze di prestazioni per i cittadini nei diversi territori. La nostra pl ha l’obiettivo di centralizzare le procedure amministrative di recepimento delle domande e di erogazione dei contributi, e amplia la platea dei beneficiari introducendo diverse patologie e non limitando il servizio alla sola protesi tricotica ma considera tutti gli interventi di contrasto alla alopecia secondaria di volto e cuoio capelluto". Il contributo, specifica Della Casa, "sarà assegnato solo quando la patologia è accertata da medici specialisti e sarà pari all’80% della somma sostenuta dall’utente al netto dell’Iva e comunque mai superiori a 250 euro. Naturalmente, vi sarà un limite di reddito e il contributo sarà garantito solo a coloro che non superano i 50mila euro di Isee mentre con Isee inferiore a 20mila euro il contributo è pari al 100%. La legge stanzia 300mila euro per gli anni 2023, 2024, 2025 per i beneficiari". La proposta di legge prevede inoltre "l’istituzione di una banca del capello presso la Direzione Salute, un progetto – evidenzia la proponente – che punta a coinvolgere i singoli cittadini, enti del terzo settore e soggetti di diritto privato come associazioni operanti nell’assistenza e sostegno al malato, imprese produttrici di dispositivi tricologici, parrucchieri, con l’obiettivo di creare una rete a sostegno delle persone che hanno bisogno di aiuto e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. È la prima volta che in Consiglio regionale del Lazio viene proposta una legge che vede un intervento in termini economici così importante per l’acquisto di dispositivi in favore dei soggetti con patologie oncologiche, e non solo, per contrastare gli effetti psicologici dell’alopecia secondaria. Ora attendiamo che inizi l’iter nelle commissioni consiliari competenti, poi il testo approderà in aula. Ci auguriamo che la pl possa essere approvata in tempi brevi". Steso l'auspicio della presidente di Tricostarc Onlus. "Dopo anni di battaglie – afferma-, attraverso questa norma, potremmo finalmente aiutare chi è colpito dall’alopecia areata a superare almeno la grande difficoltà economica per sopperire alla mutilazione della perdita dei capelli offrendo loro addirittura la gratuità per le persone con Isee inferiore a 20mila euro". L’idea cui ha sempre puntato la Tricostarc Onlus "è quella della maggiore diffusione – per ora esiste solo negli ospedali per volontà di associazioni – di una ‘Banca della parrucca’ destinata ad una platea allargata”. Ma prima ancora bisogna partire dalla donazione dei capelli ed istituire, a norma di legge, una ‘banca’ dedicata. “La tricologia protesica è una materia molto delicata ed impegnativa. Nella Regione Lazio si sta aprendo finalmente questa strada, auspico che nel corso delle audizioni in Commissione si possa far chiarezza su alcuni aspetti fondamentali e tecnici che scoraggino le iniziative atte solo a creare progetti transitori o momentanei che soddisfano solo la logica del profitto degli avventori di passaggio. Dopodiché spero che presto sbarchi in Aula”, conclude Giambertone. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)