(Adnkronos) – Concorso esterno al clan Di Lauro, e in particolare al nuovo boss Vincenzo Di Lauro, secondogenito del capoclan detenuto al 41bis Paolo (detto Ciruzzo 'o milionario) e fratello maggiore di Marco, arrestato dopo una lunga latitanza. È questa l'accusa mossa dall'Antimafia nei confronti del cantante neomelodico Tony Colombo e della moglie Tina Rispoli, vedova del boss scissionista Gaetano Marino, ucciso in un agguato nel 2012. I due sono finiti in carcere stamattina, nell'ambito del maxi blitz anticamorra condotto dai carabinieri del Ros e coordinato dalla Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Napoli. Secondo l'accusa, Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero finanziato "le iniziative economiche legali" del clan Di Lauro. In particolare attività imprenditoriali nel campo della commercializzazione di abbigliamento (abiti Corleone) e di prodotti alimentari e di bibite (la 9 mm) anche con marchi propri, ma anche contrabbando di sigarette – partecipando alla realizzazione di una fabbrica abusiva ad Acerra – e traffico di droga. Ricostruito, in particolare, il loro ruolo nell'acquisto di 30 tonnellate di tabacco dall'est Europa per produrre fino a 400 casse di sigarette illegali con marchio contraffatto nella fabbrica abusiva. Nel corso delle indagini, decisivo è stato l'apporto del collaboratore di giustizia Salvatore Tamburrino, uomo di fiducia di Marco Di Lauro, arrestato per aver ucciso la compagna Norina Matuozzo. "Il supermercato di Vincenzo Di Lauro – ha spiegato il pentito nel 2019 – è in un locale di Tina Rispoli, che ha in mano i soldi del defunto marito Gaetano Marino. Enzo Di Lauro voleva fare una società con Tina Rispoli, eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony Colombo, per sfruttare un marchio di abbigliamento a nome Corleone". Nel 2012-2013, dopo la morte del marito, Tina Rispoli "stava sulle palazzine Celesti e divenne lei la proprietaria della piazza di spaccio del marito", secondo il collaboratore di giustizia. "So che Tony Colombo venne picchiato dai fratelli Rispoli dopo che la relazione con Tina divenne ufficiale, ma sempre per una ragione economica, perché a quel punto lei iniziò a finanziare il cantante e non più i fratelli". Poi ci sono riferimenti all'apertura della casa discografica a Secondigliano, che fu oggetto di una stesa di camorra: "Per quanto riguarda i colpi sparati nella casa discografica di Tony Colombo – ha riferito Tamburrino – per quanto seppi da Raffaele Rispoli, furono esplosi da Gennaro Casaburi, cognato di Vincenzo Rispoli, proprio per una discussione accesa tra i due legata a questioni di droga". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)