(Adnkronos) – La Galleria dell'Accademia di Firenze riscopre la figura di un artista fiorentino del Cinquecento, Pier Francesco Foschi (1502-1567), allievo di Andrea del Sarto, che ha collaborato anche con Pontormo, e di cui la Galleria conserva un'opera giovanile, la Sacra Famiglia con San Giovannino. Un pittore dalla lunga e fortunata carriera, che, nonostante il successo riscosso in vita, è stato dimenticato dopo la sua morte. A lui sarà dedicata la prima mostra monografica in Europa che aprirà al pubblico il 28 novembre e rimarrà aperta fino al 10 marzo 2024, a cura di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell'Accademia, Elvira Altiero, funzionario storico dell'arte, responsabile del dipartimento storico-artistico della Galleria dell'Accademia, Nelda Damiano, che ha curato la mostra "Wealth and Beauty", dedicata all'artista al Georgia Museum of Art dell'University of Georgia (Athens, Usa), e Simone Giordani, docente di storia dell'arte, studioso della pittura fiorentina rinascimentale e tardo rinascimentale e specialista del pittore Pier Francesco Foschi. In attesa dell'inaugurazione dell'esposizione, Hollberg ha presentato in anteprima il cantiere del restauro, ancora in corso, della Trasfigurazione, una delle tre pale d'altare realizzate da Pier Francesco Foschi, conservate nella Basilica di Santo Spirito a Firenze. Come si legge nella vita di Andrea del Sarto del Vasari, la tavola è stata eseguita prima del 1550 (1545-1550 circa). Il dipinto, eseguito ad olio, con una cornice originale intagliata dorata, oggi si trova nella seconda cappella da destra della chiesa di Santo Spirito, la cappella Capponi d’Altopascio, nella parete destra del transetto destro, trasferita li dalla cappella Bini-Capponi nel secolo XIX. Giuseppe Richa, nel Settecento, nella pubblicazione Notizie istoriche delle chiese fiorentine, ci descrive la presenza di quest’opera ancora nella Cappella Bini, attribuendola a Piero di Cosimo, dove adesso troviamo, invece, la Santa Monica e le suore agostiniane di Francesco Botticini. Sappiamo che Piero di Giovanni di Niccolò Bini dispose un lascito testamentario di 100 scudi per arredare la cappella. L'intervento di restauro, commissionato dalla Galleria dell'Accademia di Firenze, è eseguito da Kyoko Nakahara per quanto riguarda la superficie pittorica del dipinto, da Francesca Brogi, in collaborazione con la Bottega d’Arte Masselli di Gabriele Maselli, per la cornice. Malgrado l'imperfezione del legno, la tavola si trovava in una buona condizione da un punto di vista strutturale. La superficie pittorica appariva piuttosto opaca, offuscata dall’accumulo di depositi di origine atmosferica e di nero fumo di candele, con una pesante patina di natura sconosciuta. L’opera aveva subito una pulitura pregressa molto grossolana e drastica, presumibilmente nel secolo XIX, se non prima. Era stata alterata da alcuni ritocchi situati sui panneggi dei santi e da una ridipintura sulle nuvole, all’altezza del braccio alzato di San Pietro, per nascondere il degrado causato presumibilmente dal fumo di candela. La cornice in legno, intagliato nello stile del manierismo fiorentino, dorata a foglia d’oro con la tecnica a guazzo, presentava uno stato di conservazione abbastanza discreto, anche se si notavano numerose perdite degli elementi lignei decorativi e molte piccole e medie lacune di foglia d’oro degli strati preparatori e del supporto ligneo, diffuse su tutta la superficie dorata. Uno spesso strato molto scuro offuscava enormemente la brillantezza dell’oro originale. Il progetto di conservazione e di restauro della Trasfigurazione vuole garantire nel tempo sia una buona stabilità del supporto dell’opera che una buona conservazione degli strati preparatori, pittorici e dorati, per restituire una migliore leggibilità sia formale, sia cromatica della tavola nel suo insieme. Il dipinto è stato smontato dall’altare, tolto dalla cornice e spostato nel cantiere di restauro creato ad hoc all’interno della basilica, come da richiesta del Parroco di Santo Spirito, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città̀ metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. L'esecuzione del restauro con un cantiere in loco è più appropriata per la conservazione dell’opera che così non subisce particolari cambiamenti climatici e neppure sollecitazioni, dovute al trasporto in un laboratorio esterno. In primo luogo, è stata effettuata un'accurata documentazione fotografica, poi è stata sottoposta ad indagini diagnostiche non invasive con la tecnica di fotografia, al fine di comprendere la tecnica di esecuzione e le condizioni conservative in modo più approfondito. Come prima operazione, è stata effettuata la disinfestazione anossica completa sia della tavola che della cornice per poter eliminare ogni specie di insetto ad ogni stadio del ciclo vitale. Dopo la verifica della stabilità degli strati pittorici e preparatori, è stata effettuata la fermatura localizzata degli strati preparatori e pittorici su alcune zone. Attualmente la Trasfigurazione è stata sottoposta all’intervento di pulitura che consiste principalmente nella rimozione selettiva degli strati superficiali di deposito atmosferico e di nero fumo, situati su tutta la superficie pittorica, e della patina bruna. È opportuno rimuovere tutto ciò che offusca enormemente il valore formale e quello cromatico, tipico dell’epoca del pittore, con sistemi e materiali idonei e sistemi meccanici, fisici, o biologici, sotto controllo di lente d’ingrandimento e del microscopio. L'opera è stata recentemente posizionata in senso verticale su una struttura di tubi innocenti, in tutta sicurezza, per poter completare la pulitura della parte centrale. Successivamente saranno eseguiti gli interventi previsti come la stuccatura e l’integrazione delle mancanze degli strati pittorici e preparatori, e infine la verniciatura. Anche la cornice è, al momento, sottoposta a pulitura. Seguirà la revisione della stabilità degli strati dorati/preparatori, la stuccatura delle lacune, come per il dipinto; sarà completata la superficie dorata con foglia d’oro o con oro in polvere; si effettuerà il controllo della riflettanza e della tonalità dell’oro e, poi, sarà fatta la protezione finale. Già in questa fase si percepisce l'incredibile effetto del restauro che sta restituendo alla Trasfigurazione lo splendore originale dei colori, che potremo ammirare ancor di più quando sarà ricollocata sull'altare. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)