(Adnkronos) – "L’herpes zoster può essere una malattia invalidante, soprattutto per la nevralgia post-erpetica che ne deriva. Oggi tocca una popolazione sempre più ampia poiché abbiamo un aumento dell’aspettativa di vita. Sappiamo infatti che i nostri anziani possono essere esposti più facilmente al rischio di infezione. Al tempo stesso anche alcune cure, come quelle che si usano nella terapia dei pazienti oncologici, dei pazienti reumatologici e le terapie immunosoppressive espongono quote abbastanza rilevanti della nostra popolazione al rischio di herpes Zoster. Lo stesso accade nel caso dei pazienti con immunodeficienze, come l'infezione da Hiv". Così Antonella Castagna, primario di Malattie infettive all’Irccs San Raffaele di Milano, Ordinario e direttore della scuola di specializzazione Malattie infettive e tropicali dell’università Vita-Salute San Raffaele, a margine del simposio Gsk "Il caso Zoster: la vaccinazione come parte integrante della cura del paziente fragile", nell’ambito della Conferenza nazionale di Sanità pubblica straordinaria della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), in corso a Cernobbio. "L'herpes zoster deriva dalla riattivazione del virus della varicella zoster e può essere autolimitante – ha ricordato Castagna – . La nevralgia post-erpetica è molto dolorosa e può protrarsi per settimane o mesi. Inoltre, possiamo avere localizzazioni dello zoster più subdole, per esempio sul viso, sull'occhio e sull'orecchio. Se poi l’herpes zoster è così esteso da richiedere l'ospedalizzazione, si espone il paziente ai rischi legati alle infezioni che si possono contrarre in ambito ospedaliero. Quindi prevenire questa patologia con un gesto molto semplice, come la vaccinazione, ha delle implicazioni molto rilevanti”, ha concluso. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)