(Adnkronos) – I fattori ESG influenzano sempre di più i compensi dei vertici nelle società quotate italiane. Il Rapporto Consob 2022 sulla Rendicontazione non finanziaria delinea una crescente integrazione tra sostenibilità e finanza, elemento chiave per rendere la transizione ecologica non solo auspicabile, ma reale. Nel 2022, riporta la Commissione nazionale per le società e la borsa, i fattori ambientali, sociali e di governance hanno concorso a determinare i compensi degli amministratori delegati in 127 società con azioni ordinarie negoziate sul mercato Euronext Milan, pari al 58,5% del totale, un incremento dell’11,5% rispetto alle 106 del 2021. Per capire come la rivoluzione ESG stia impattando sull’economia, è interessante notare che i temi di sostenibilità influenzino la remunerazione del CdA soprattutto in ambito finanziario dove coinvolgono 31 emittenti (65% del settore), seguito da quello industriale con 66 emittenti (56% del settore) e dalle imprese dei servizi con 30 emittenti coinvolte (58%). Nello specifico, questi fattori hanno influenzato le remunerazioni di breve termine in 111 casi e quelle di lungo termine in 75 casi. L’evoluzione della normativa comunitaria sta dando un grande impulso al settore. Non a caso, il collegamento tra fattori ESG e remunerazioni è più frequente nelle società di maggiori dimensioni, appartenenti all’indice Ftse Mib (31 casi, pari al 94% dell’indice) o al Mid Cap (27 casi, pari al 77% dell’indice). Come spiega Esgnews.it, i dirigenti vengono premiati per i risultati ottenuti negli aspetti: – sociali: capitale umano, sicurezza sul lavoro, soddisfazione dei clienti, innovazione; – ambientali: riduzione delle emissioni di C02, economia circolare, gestione dei rifiuti, energie rinnovabili – di governance: avanzamento negli indici e nei rating ESG, aumento dei prodotti ESG offerti dalla società. Il Rapporto Consob 2022 sulla Rendicontazione non finanziaria analizza anche l’abstract, ovvero i riassunti, dei Piani strategici pubblicati da 68 società sui propri siti web. Anche queste fonti mostrano una maggiore propensione delle aziende a integrare i fattori ESG nella visione aziendale: su 68, 34 hanno menzionato gli aspetti ESG nel business a lungo termine, 21 hanno collegato la strategia agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e 13 hanno integrato pienamente nella propria strategia fattori che generano valore nel breve e nel lungo termine, descrivendo le connessioni tra aspetti finanziari e non finanziari. Le tematiche ambientali sono predominanti nelle strategie: delle 13 società che hanno raggiunto un’integrazione completa, 8 hanno dato spazio a tutte le dimensioni ESG, mentre 5 hanno trattato maggiormente tematiche sull’ambiente, riservando meno spazio agli aspetti sociali e di governance. Inoltre, per le società e i decision-maker il ruolo degli stakeholder è sempre più rilevante per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Dalle dichiarazioni non finanziarie di 148 società quotate emerge che il coinvolgimento degli stakeholder sia aumentato di circa 4 punti percentuali, raggiungendo nel 2022 il 65,8% delle società analizzate. Il ruolo di questi portatori di interesse è soprattutto quello di affiancare le società nel definire le tematiche ESG più importanti in ottica operativa e strategica. Un ostacolo alla trasformazione ESG è rappresentato dalla scarsa formazione nell’ambito. Uno studio di Manpower Group riporta che, a livello globale, il 94% delle aziende non ha le competenze necessarie per raggiungere gli obiettivi ambientali, sociali e di governance, anche se il 70% ha dichiarato di voler investire sulla formazione settoriale. Dunque, mancano i talenti ESG e trovarli o, meglio, formarli è una priorità per le società quotate. Nel 2022, il 76,4% delle società emittenti analizzate dal Rapporto Consob 2022 sulla Rendicontazione non finanziaria ha organizzato almeno una sessione formativa per il personale e i manager avente ad oggetto materie ESG per un totale di 113 società interessate. Le tematiche su cui più si concentra la formazione in ambito ESG sono: – innovazione digitale (da 86 società, circa il 56%), riguardanti per lo più la gestione dei dati e delle informazioni e la sicurezza informatica; – tematiche relative al capitale umano (46 società, il 31%); – sostenibilità in generale e ambiente (menzionati rispettivamente da 33 e 32 società, quindi dal 22,3% e dal 21,6% degli emittenti). [Fonte: Rapporto Consob 2022 sulla Rendicontazione non finanziaria] Ancora una volta, sono soprattutto le società medio grandi (appartenenti agli indici Ftse Mib e Mid Cap) e quelle del settore finanziario che organizzano più frequentemente almeno un corso di formazione su temi ESG durante l’anno. Sullo sfondo la direttiva Csrd dell’Unione europea che imporrà l’obbligo di rendicontazione non finanziaria alle società quotate e ad altri enti economici. L’ennesima dimostrazione di come la trasformazione culturale ed economica abbia bisogno della spinta normativa. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)