(Adnkronos) – Al termine del Consiglio Europeo informale a Granada, che ha affrontato anche la questione migranti, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si dice "molto soddisfatta di quello che sta accadendo a livello europeo. Per chi conosce le dinamiche un po' di quello che accade qui dentro, oggi obiettivamente ci troviamo in un Consiglio Europeo in cui 27 Paesi sono d'accordo sul fatto che la priorità è fermare l'immigrazione illegale, a partire dalla dimensione esterna". "Questo è indubitabile – continua Meloni – dopodiché bisogna essere bravi nell'implementazione. E' la ragione per cui abbiamo organizzato questa iniziativa, che coinvolge anche esponenti al di fuori dell'Ue, ma non dell'Europa, a partire dalla Gran Bretagna di Rishi Sunak, che prevede cose molto concrete che vanno fatte per ottenere alcuni obiettivi, il primo dei quali è combattere le reti dei trafficanti, che ancora oggi vengono definite da vari esponenti del Consiglio e dalla presidente della Commissione Europea come delle organizzazioni criminali, che vanno combattute come tutte le organizzazioni criminali, e un lavoro molto importante e complesso che va fatto sulle cause della migrazione in Africa". E' esattamente "la posizione che l'Italia ha iniziato a portare un anno fa – continua Meloni – e che oggi è di dominio pubblico. Quel lavoro concreto è molto lungo e molto ampio", un lavoro "che io vedo, perché abbiamo smesso di fare la diagnosi del fenomeno. Siamo passati agli strumenti per risolverlo. E su ciascuno di quegli strumenti, che fanno parte dei dieci punti della presidente Ursula von der Leyen a Lampedusa, noi stiamo andando avanti nell'attuazione. Alcuni richiederanno più tempo, altri richiederanno meno tempo, perché non dipendono solo dall'Ue, ma anche dai nostri interlocutori africani: qui c'è da fare un lavoro", ma "vuol dire che la strategia è chiara". Il che, prosegue, "è un importantissimo spartiacque, rispetto alla capacità di mettere poi, in concreto, le soluzioni a terra. Che poi si riesca a risolvere un problema così complesso in tempo per" le prossime elezioni europee, "io questo non lo so. Per me, e l'ho detto dall'inizio, l'importante è riuscire. E non importa quanto tempo mi servirà: se è necessario un mese di più, due, tre mesi di più. Preferisco trovare una soluzione strutturale a un fenomeno che altrimenti sarà sempre fuori controllo", conclude la premier. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)