(Adnkronos) – Un laboratorio ipertecnologico con uno staff di giovanissimi ingegneri per garantire la sicurezza di tutti gli strumenti connessi con la rete internet che utilizziamo ogni giorno, sul lavoro e nella vita privata. E' quello inaugurato questa mattina a Milano da Secure Network, società leader in Italia e in Europa per l’offensive cybersecurity, parte di Bv Tech. Si tratta, in particolare, di uno degli otto Lap-Laboratorio accreditato di prova, selezionati dal bando dell'Acn-Agenzia azionale per la Cybersicurezza a livello nazionale. L'unico, finora, esistente a Milano. La struttura, attrezzata con un sistema di rilevamento intrusioni con sensori a porte e finestre, sensori volumetrici a doppia tecnologia e un sistema di notifica allarmi alla vigilanza con all’interno anche un laboratorio con pareti perimetrali rinforzate antisfondamento con lamiera metallica, porta blindata con accesso a doppio fattore di autenticazione, è un vero e proprio bunker, all'interno del quale si esegue un lavoro definito 'artigianale' su test di software, device e macchinari connessi. E punta a diventare uno dei principali hub per la cybersicurezza a supporto di aziende e Pubblica amministrazione. "Questo laboratorio -afferma il ceo di Secure Network, Alvise Biffi- è il frutto di un investimento finanziario, ma soprattutto in competenze di eccellenza secondo idee e programmi precisi che puntano al rafforzamento delle capacità nazionali di controllo e al raggiungimento dell’autonomia tecnologica nazionale, così come sottolineato dalla strategia nazionale di cybersicurezza. Il nostro -sottolinea- è un servizio alle aziende, ma soprattutto al Paese, grazie anche a un utilizzo mirato dei fondi del Pnrr". L'investimento, pari a circa 300mila euro, è stato sostenuto per 180mila euro dalla Bv-Securenetwork e per la parte restante da Acn tramite fondi del Piano di ripresa e resilienza: "Il nostro direttore generale, il prefetto Bruno Frattasi, ha incentrato tra le priorità dell’Agenzia quella del raggiungimento degli obiettivi contenuti nella strategia nazionale di cybersicurezza -spiega Gian Luca Berruti, direttore del nucleo di progetto del servizio autorità e sanzioni dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale-. Tra i più importanti c'è proprio quello di innalzare il livello di sicurezza della supply chain di infrastrutture, da cui dipende l’erogazione dei servizi essenziali dello Stato". In questo senso, aggiunge, "la rete dei laboratori di prova, di cui oggi si inaugura il primo in Lombardia, rappresenta un esempio virtuoso di partnership pubblico-privata che avrà come perno il centro di valutazione e certificazione dell'Agenzia e contribuirà, in maniera determinante, allo sviluppo dell’autonomia tecnologica nazionale. Disporremo infatti, in maniera progressiva, di una sempre maggiore componente tecnica necessaria sia per analizzare la sicurezza delle nuove tecnologie, tra cui quelle che ci arrivano dall’estero, sia per garantirne la effettiva conformità con gli standard di cybersicurezza. Tutto questo non può che contribuire, in maniera fattiva e determinante, ad innalzare il livello di cyber-resilienza del Paese". La cybersecurity, oggi, è una importante voce di spesa per i Paesi: un trend che trova spiegazione nei numeri di un rapporto presentato da Clusit, l'associazione italiana per la sicurezza informatica. Lo scorso anno, in tutto il mondo, si sono verificati 2.489 attacchi gravi; di questi, 188 quelli registrati in Italia, in crescita del 169% rispetto al 2021, anche come conseguenza del conflitto in Ucraina. L’83% di quelli andati a segno nel nostro Paese hanno avuto conseguenze molto gravi o critiche alle organizzazioni che li hanno subiti. Conseguentemente a ciò, nel 2022 l’Italia ha speso poco meno di 2 miliardi di euro in prodotti e servizi di sicurezza informatica, il 18% in più rispetto all’anno precedente. Il Cyber Resilience Act approvato dal Consiglio europeo ha introdotto una regolamentazione unitaria e condivisa per progettare e sviluppare prodotti e software con requisiti di cybersecurity minimi obbligatori, per garantire la sicurezza dei device e macchinari connessi rispetto a queste crescenti minacce informatiche. È per attuare le nuove norme che sotto accreditamento di Acn nascono i Lap, concepiti per verificare e certificare il rispetto di questi requisiti obbligatori. Nel cybersecurity hub milanese lavoreranno i security engineer che Secure Network ha selezionato e formato nei suoi quasi 20 anni di storia. Entro il 2024 saranno più di 40 gli specialisti in grado di operare a difesa del settore privato e del pubblico, pronti ad analizzare e certificare software e prodotti connessi. 40 security engineer, vere risorse d’eccellenza del nostro Paese, in grado di supportare sia le richieste della pubblica amministrazione che delle aziende con particolare focus al settore biomedicale, della manifattura punti di eccellenza del Made in Italy. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)