(Adnkronos) – Il bus dell'incidente di Mestre, come il pullman di Acqualonga: dieci anni dopo la tragedia si ripete. "Io e nonna Luisa avevamo passato tre giorni insieme a Pietrelcina, l'ultimo giorno eravamo state da Padre Pio. Ormai vicinissime a casa, il pullman sul quale viaggiavamo sfondò il guardrail dell'A16 precipitando dal viadotto Acqualonga per schiantarsi in una vallata trenta metri più sotto. Ricordo benissimo ogni dettaglio, ogni particolare. Noi eravamo sedute nella quarta fila a destra. Quando il pullman è volato giù, nonna mi ha stretto in un abbraccio fortissimo. Ero piccina, dieci anni appena, e col suo corpo mi ha fatto scudo. E' per quell'abbraccio che oggi sono qui". Arianna Adamo, oggi ventenne, ricorda all'Adnkronos l'incidente nel comune di Monteforte Irpino nel quale morirono 40 persone, compresa nonna Luisa. Una tragedia che precede di dieci anni quella tanto simile di ieri sera a Mestre. "Siamo vicinissimi a tutte le vittime di questa ennesima tragedia – continua – Non lo dico solo a nome mio, ma di tutti gli altri sopravvissuti e parenti dei tanti che dieci anni fa non ce l'hanno fatta. Tanto forte è il dolore quanto è forte la rabbia. La proveranno anche loro quando realizzeranno che sono tragedie che si possono evitare se c'é più manutenzione, se ci sono più controlli. Attenzione che c'é stata e ci sarà anche stavolta, sempre dopo". Arianna aggiunge: "Ricordo tutto, come fosse ieri. Quando ho ripreso conoscenza dopo lo schianto c'erano già i primi soccorsi che mi hanno portato via. Da allora nonna non l'ho vista più. Ho sempre davanti agli occhi quella scena, impossibile da dimenticare. Ai parenti delle vittime, ai sopravvissuti, voglio dire di farsi forza, di non smettere mai di lottare per far sì che l'Italia sia più sicura. E' una battaglia che personalmente non mi stancherò mai di portare avanti". (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)