(Adnkronos) – I ministri degli Esteri dell'Ue sono riuniti oggi a Kiev, per la prima volta fuori dal territorio dell'Unione, in un Consiglio Affari esteri informale. La riunione dal forte valore simbolico, che era attesa ma per la quale non era stata comunicata una data precisa per ragioni di sicurezza, è stata annunciata nella notte dall'Alto Rappresentante, Josep Borrell. Tutti e 27 gli Stati dell'Unione partecipano, 23 con i rispettivi ministri e altri 4 a livello inferiore: la Polonia ha inviato un viceministro, Svezia e Lettonia due segretari di Stato (l'equivalente dei nostri sottosegretari) e l'Ungheria un vice segretario di Stato. La riunione a Kiev di oggi, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, "è un evento storico, perché per la prima volta nella storia il Consiglio Esteri si riunisce fuori dai confini attuali dell'Ue, ma all'interno dei confini futuri dell'Ue. E questo è un messaggio di per sé". Significa che il "sostegno" dell'Ue all'Ucraina prosegue, "e noi siamo molto grati per questo". Il commissario all'Allargamento Oliver Varhelyi ha ricordato che in novembre la Commissione presenterà il primo rapporto scritto sui progressi fatti da Kiev nel percorso verso l'adesione all'Ue. L'Alto Rappresentante Borrell ha precisato che quello di oggi è un Consiglio Esteri informale, perché "si tiene fuori dai confini dell'Unione", ricordando che questo tipo di riunioni "vengono considerate dibattiti politici di alto livello, che non mirano a prendere decisioni concrete". La guerra in Ucraina "sta avendo conseguenze profonde per tutto il mondo, ma per noi europei è una minaccia esistenziale. E forse non è vista così da tutti nel mondo", ha aggiunto Borrell. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l'Europa ''in questo momento deve lavorare unita a sostegno dell'Ucraina''. Per la collega francese Catherine Colonna, la riunione a Kiev è un "omaggio dei nostri 27 Paesi europei a una Nazione che si batte per la sua libertà e la sua indipendenza". "Il futuro dell'Ucraina è nell'Unione Europea, nella nostra comunità. Come partner ed amici, continueremo a sostenere l'Ucraina ogni giorno, in modo che il suo popolo possa vivere ancora in pace e in libertà", ha aggiunto la ministra Annalena Baerbock per la Germania. Al di là degli annunci, la sostanza politico dell'incontro è stata esplicitata, come succede spesso, dal ministro degli Esteri lituano Gabriel Landsbergis: "Ci stiamo avvicinando – ha detto – ad un punto cruciale nel nostro sostegno all'Ucraina, in cui se non vengono presi impegni politici seri, si può dubitare che parliamo sul serio quando che diciamo che stiamo con l'Ucraina per tutto il tempo necessario". Nelle ultime settimane sono arrivati segnali, da varie capitali occidentali, che indicano una certa stanchezza, apparente o meno, nel sostegno a Kiev, impegnata in una guerra di logoramento contro gli invasori russi: giusto ieri, il Congresso Usa ha evitato lo shutdown con un accordo che non prevede aiuti per l'Ucraina. "Ci sono messaggi che vengono mandati, da Bruxelles, da Washington e altrove – ha sottolineato Landsbergis, uno dei più decisi sostenitori di Kiev nell'Ue insieme agli altri baltici, che vedono la Russia come una minaccia esistenziale – che possono far nascere dubbi sul fatto che siamo seri. Spero che l'incontro di oggi dissolva questi dubbi e che mandi il messaggio cristallino che stiamo con l'Ucraina fino alla vittoria". La posta in gioco non è solo l'Ucraina: "Non è solo della Russia che dobbiamo preoccuparci – ha sottolineato Landsbergis – anche altri dittatori, altri regimi stanno guardando con molta attenzione come reagisce l'Occidente a una guerra prolungata in Ucraina. Non credo che l'instabilità che vediamo nei Balcani Occidentali, nel Caucaso Meridionale e nel Sahel siano eventi singoli, non collegati tra loro. Penso che siano collegati e, se non riusciamo a vincere in Ucraina, vedremo altra instabilità". Per il danese Lars Lokke Rasmussen, "è corretto dire che l'Ue ha fatto la sua parte" per sostenere l'Ucraina in guerra con la Russia, "ma dovremmo essere pronti a fare di più". A proposito di incertezze, dopo il voto in Slovacchia di ieri che ha visto il successo del partito del socialista Peter Fico, noto per le sue posizioni filorusse, il ministro degli Esteri slovacco Miroslav Wlachovsky a Kiev si è premurato di sottolineare che "questo è un momento storico: siamo qui per esprimere il nostro pieno sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina, e il nostro supporto alle ambizioni dell'Ucraina di integrazione nell'Ue". (segue) Lo spettro di un disimpegno degli Usa dal sostegno all'Ucraina viene scacciato dalle dichiarazioni dei ministri di questa sponda dell'Atlantico. Il Consiglio di oggi a Kiev "è la dimostrazione che l'Europa non ha divisioni. Sono sicuro, per le conversazioni che ho avuto con il mio collega Antony Blinken e con l'amministrazione Biden, che gli Usa continueranno con il sostegno all'Ucraina per tutto il tempo necessario", rassicura il ministro spagnolo José Manuel Albares Bueno. "Non ho alcun dubbio sul fatto che gli Usa resteranno a fianco dell'Ucraina. C'è troppo in gioco, al di là della questione esistenziale" che la guerra "pone per questo popolo, questa nazione, questo Paese. Ne va della difesa dell'ordine internazionale basato sulle regole, ne va della nostra sicurezza", gli fa eco la ministra francese Catherine Colonna. Cauto Antonio Tajani: "Saranno gli americani a decidere'' e ''così anche gli altri Paesi'', ma ''secondo me in questo momento è un errore decidere di non sostenere l'Ucraina. In questo dobbiamo lavorare a sostegno dell'Ucraina''. Molti altri ministri hanno espresso sostegno per Kiev: "Dobbiamo far sì che la Russia paghi per i suoi crimini di guerra e per l'aggressione" all'Ucraina. E' importante mantenere la pressione su Mosca con le sanzioni: dobbiamo fare tutto il necessario e per tutto il tempo necessario per la libertà del popolo ucraino", dice l'olandese Hanke Bruis Slot. Il Parlamento bulgaro "ha rimosso di recente il bando alle esportazioni di grano dell'Ucraina. Esprimiamo piena solidarietà e pieno sostegno all'Ucraina e al suo popolo, dobbiamo essere concreti", sottolinea per Sofia la ministra Mariya Gabriel. La Romania, ricorda la ministra Luminita Odobescu, è il Paese dell'Ue che ha "il confine più lungo con l'Ucraina. Parti di droni sono state trovate sul territorio rumeno e gli attacchi della Russia alle infrastrutture portuali avvengono molto vicino al confine. Per noi è importante continuare a sostenere l'Ucraina – conclude – per quello che la Russia sta facendo vicino ai nostri confini". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)