(Adnkronos) – In calo nel 2022 i comuni i cui amministratori abbiano subìto atti intimidatori – diretti a loro stessi, ai propri familiari o a beni di loro proprietà – o il cui patrimonio sia stato oggetto di episodi di danneggiamento: sono stati 402, oltre metà dei quali concentrati nel sud del Paese. Gli episodi censiti sono stati 572. Quella di Napoli è la provincia nel quale ne sono stati registrati di più: 53 contro una media di 6,8. L’unica regione che non risulta essere stata interessata dal fenomeno è la Valle d’Aosta. Sono alcuni dei dati emersi dall’elaborazione operata per l'Adnkronos dal Centro Studi Enti Locali su dati del Ministero dell’Interno. "Un numero ancora troppo alto e che non deve essere in alcun modo sottovalutato" osserva il Csel ma la buona notizia è che c’è stato un significativo calo (-16%) rispetto all’anno precedente. Nel 2021 infatti erano stati censiti ben 680 atti intimidatori ai danni degli amministratori di 443 comuni. Il calo del numero degli atti intimidatori non è stato uniforme. Ad influenzare fortemente questo andamento sono state le regioni del nord Italia dove questi episodi si sono ridotti del 36% passando da 276 a 176. Un miglioramento, seppure più contenuto, si è registrato anche nelle regioni del centro Italia, passate da 74 a 65 atti intimidatori (-12%). Sostanzialmente invariata, di contro, la situazione del mezzogiorno dove si è passati da 330 a 331 episodi (+0,3%). L’unica regione italiana dove non sono stati registrati fenomeni di questo tipo è la Valle d’Aosta. A livello provinciale, i territori nei quali sono stati commessi questi reati in misura maggiore sono, nell’ordine: Napoli (53), Crotone (25), Torino (24), Roma e Cosenza (21), Lecce (20), Bari (18), Agrigento (15), Chieti (14), Modena e Nuoro (13). La ripartizione delle somme destinate dal Viminale al risarcimento dei comuni i cui amministratori abbiano subìto atti intimidatori o il cui patrimonio sia stato oggetto di episodi di danneggiamento vede la quota maggiore al Mezzogiorno: infatti ai 240 comuni del Mezzogiorno interessati da questi fenomeni sono andati 2.882.108 euro, pari al 48% dei risarcimenti complessivamente assegnati (6 milioni di euro). Seguono gli enti del Settentrione, con 2 milioni e 882.108 euro, e quelli del Centro con 1 milione e 86.221 euro. L’ammontare spettante a ogni comune – si ricorda – è stato parametrato alla popolazione residente e al numero di atti intimidatori rilevati nel report 2022, stilato dalla Direzione centrale della Polizia Criminale. Così come lo scorso anno, è la capitale ad essersi assicurata la fetta più ingente delle risorse sul tavolo: a Roma sono andati 503.427 euro a fronte di una media nazionale di 14.925. Seguono, nell’ordine, Milano (232.209 euro), Torino (199.400 euro), Napoli (166.447 euro) e Genova (111.245). In generale la regione i cui comuni siano stati complessivamente destinatari di più risarcimenti è la Campania con 824.435 euro, seguita dalla Lombardia (783.034), dal Lazio (623.074), dalla Sicilia (572.667), dalla Calabria (518.423) e dalla Puglia (486.332). Agli enti del Piemonte sono stati assegnati 375.493 euro, a quelli toscani 287.711 euro, ai comuni dell’Emilia Romagna 267.380 euro mentre a quelli sardi e veneti sono andati, rispettivamente, 251.155 e 248.263 euro. Quasi identiche le risorse attribuite ai comuni liguri (169.921) e abruzzesi (169.282 euro), così come quelle dirette in Trentino Alto Adige e in Umbria (rispettivamente 97.502 e 97.181 euro). Chiudono il cerchio le regioni Friuli Venezia Giulia (90.077 euro), Marche (78.257), Basilicata (50.339) e Molise (9.476). —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)