(Adnkronos) – “Il problema non sono io”. José Mourinho si difende dopo la sconfitta che la sua Roma, protagonista di un disastroso avvio di campionato, ha incassato sul campo del Genoa per 4-1. I giallorossi, con soli 5 punti, ospitano il Frosinone domani sera nella settima giornata di Serie A. "Quello che ti posso dire – afferma in conferenza stampa – è che tre mesi fa, parliamo di Budapest, c'era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. A Budapest ho detto ai giocatori che sarei rimasto, due giorni dopo abbiamo giocato con lo Spezia, torno in campo e lì ho detto ai tifosi che resto qui. Due o tre giorni dopo ho trovato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l'ho rifiutata per la parola ai mie giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto". Così l'allenatore della Roma José Mourinho, in merito al delicato momento della squadra giallorossa, reduce dal ko in trasferta a Genova. "Non leggo o guardo tv, ma ho amici e collaboratori che mi fanno arrivare queste voci. Io non sono il problema -sottolinea il tecnico portoghese in conferenza stampa alla vigilia del match con il Frosinone-. Le cose sono multifattoriali. Non si può dire nemmeno nelle vittorie il responsabile è quello lì. Lo siamo tutti. Sono tutte piccole cose che succedono in un'azienda o in una squadra. Io ho dato la mia parola e la rispetterò fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, la proprietà e i tifosi. Solo una persona può dirmi che finisce prima del 30 giugno ed è mister Friedkin. Se non me lo dice sono qui fino a 30 giugno. Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)