(Adnkronos) – La centralità del rapporto diretto tra venditore e cliente, che rappresenta il vero valore aggiunto della vendita diretta, ma anche la fidelizzazione dell’addetto al settore, che vi rimane all’interno per molti anni e ne apprezza, oltre all’aspetto economico, le chance di carriera, le qualificanti occasioni formative, la flessibilità organizzativa e le relazioni con nuove persone. Sono questi alcuni degli elementi chiave che emergono dalla 'Direct Sellers Survey 2023', sondaggio socioeconomico Ipsos sulla vendita diretta: un’indagine europea commissionata da Seldia (the European Direct Selling Association) in collaborazione con Dse (Direct Selling Association), e presentata oggi da Avedisco e Univendita-Confcommercio, le due associazioni delle imprese specializzate nella vendita diretta, con una conferenza stampa tenutasi presso Palazzo Emilio Turati, sede della Camera di commercio di Milano. Il campione era costituito da 25.896 sondaggi eseguiti online. Si tratta di un comparto ben consolidato, inclusivo e meritocratico, che fattura nel nostro Paese oltre 3 miliardi di euro. Dall’indagine condotta, in riferimento al mercato Italia (campione di 9.712 sondaggi on line), emerge che il 67% ha meno di 55 anni e un terzo è under 45. Inoltre, l’82% del campione è di sesso femminile. La vendita diretta non rappresenta un’occupazione fugace e occasionale, come dimostrato dai dati: il 48% degli addetti lavora nel settore da almeno sette anni, percentuale che sale al 64% se si considera il lasso minimo di quattro anni. Oltre il 50% degli intervistati dichiara infatti di aver iniziato la professione, e scelto poi di proseguire nel comparto, perché “ama i prodotti o i servizi che propone alla clientela”. Tra le principali ragioni del coinvolgimento nella vendita diretta, il 44% porta avanti l’impegno perché crede nei valori del marchio, il 40% vede un miglioramento nella qualità della propria vita e oltre un terzo del campione apprezza l’indipendenza e la flessibilità dell’impiego. Non solo, il 32% ritiene che il comparto preveda riconoscimenti meritocratici e il 30% dichiara che la vendita diretta ha consentito un rafforzamento delle proprie capacità interpersonali e nel lavoro di squadra. In Italia, tra il 2018 e il 2023, è cresciuta infatti la percentuale (dal 68 al 77%) di chi si ritiene soddisfatto dell’attività nella vendita diretta, con un calo della quota degli insoddisfatti (dal 32% al 21%): l’89% dei venditori diretti raccomanda la propria azienda e il 92% gradirebbe di continuare a rappresentarla. La gratificazione, le nuove conoscenze, la flessibilità e la possibilità di migliorare in modo meritocratico la propria condizione rappresentano quindi i concetti più associati alla professione, con circa nove venditori su dieci che valutano positivamente anche la formazione e il supporto erogati dall’azienda. Sul fronte delle competenze e abilità acquisite nel settore della vendita diretta, l’87% degli intervistati ritiene di aver rafforzato le proprie doti interpersonali, l’83% è cresciuto in autostima e il l’80% ha migliorato le proprie capacità di lavorare in team, requisiti che rappresentano i caratteri distintivi e i vantaggi di questa professione. Infine, nonostante la rivoluzione tecnologica in atto e i nuovi strumenti di comunicazione digitale, il rapporto diretto tra incaricato e cliente rimane cruciale: dall’indagine emerge che il canale principale per gli ordini resta l’incontro di persona (65%), seguito dalle riunioni e dimostrazioni in casa (56%); gli altri strumenti utilizzati per interagire sono il telefono (46%), l’e-mail e gli strumenti di messaggistica (21%), i social media (12%), gli spazi web e le app. “La vendita diretta accompagna da anni i cambiamenti nella società italiana: penso alle prime enciclopedie, agli elettrodomestici per la cura della casa, ai sistemi di cottura dietetica degli anni 60 fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’attenzione al wellness, alla sana alimentazione e ai settori più innovativi delle utilities, come le energie rinnovabili. In tutti questi anni quello che è rimasto invariato è il rapporto cliente-venditore, alla cui base vi è sempre un legame personale e fiduciario", dichiara Giovanni Paolino, presidente Avedisco. "Un rapporto qualità-prezzo, costantemente garantito dalle nostre aziende e incaricati. Nel mondo della vendita diretta, infatti, l’amore per un prodotto si trasforma in professione: la totalità dei Venditori del comparto svolge questo lavoro dopo essersi 'innamorato' di ciò che commercializza; nessuna tecnologia futura potrà quindi rappresentare un pericolo per il nostro settore, che interpreta al meglio questi valori”, aggiunge Paolino. “La vendita diretta è un lavoro antico, ma modernissimo al tempo stesso. Si evolve nel tempo grazie alle nuove tecnologie, ma non perde la caratteristica fondamentale della socialità. Si tratta di un comparto che è complementare e non in concorrenza con internet: gli strumenti di oggi non lo annullano, anzi gli conferiscono ancora più forza ed efficacia. Infatti, siamo sempre stati in grado di far fronte ai cicli e alle contingenze economiche più difficili, andando anche in controtendenza e facendo leva sulle nostre solide risorse per adattarci ai cambiamenti della società e ai nuovi modelli di vita e di consumo, senza perdere l’elemento che ci rende unici: il contatto diretto e immediato con il cliente", afferma Ciro Sinatra, presidente di Univendita. —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)