Per una associazione sindacale che intende prefiggersi la tutela dei Lavoratori, il Congresso Nazionale è il momento più alto dei processi democratici che porteranno a scegliere il programma per i futuri quattro anni e i dirigenti nazionali che potranno garantire, con la propria credibilità e competenza, un cammino del sindacato nel panorama nazionale nel solco delle decisioni condivise e partecipate.
Tutti i dirigenti di NSC potranno finalmente affrontare i temi sindacali con una partecipazione diretta, concreta e in presenza, non mediata e confusa dalla spersonalizzazione che i sistemi moderni di comunicazione (video conference, social network, servizi di messaggeria istantanea, etc.) alimentano. Solo un congresso di persone, di corpi, di presenza attiva, potrà decidere la strada da percorrere insieme, applicando i valori democratici attraverso la partecipazione dei territori che sono e devono sempre essere protagonisti e propulsori della politica sindacale del futuro di NSC.
Il Nostro Sindacato è nato nel 2019 con il chiaro intento di essere autonomo, etico, e soprattutto di prepararsi dall’interno per essere protagonista nella lotta sindacale per i Diritti e la Sicurezza dei Carabinieri, per affrontare il confronto con il datore di lavoro in modo professionale e terzo.
Dall’inizio abbiamo fatto una scelta chiara e logica, non consentendo a coloro che occupavano ruoli nella rappresentanza militare di essere contemporaneamente un dirigente del Nuovo Sindacato Carabinieri. Una scelta scomoda che rende più difficoltosa l’adesione alla nostra lotta autonoma, ma è un chiaro messaggio sulla differenza sostanziale tra chi è pagato dal datore di lavoro e da questo influenzato nelle sue scelte, da chi invece vuole essere completamente indipendente e dalla parte esclusiva del lavoratore, sedendosi di fronte a chi rappresenta l’istituzione, consapevoli che ci sono stati Colleghi che hanno provato a svolgere un’azione di vera tutela nella rappresentanza militare, ma sappiamo benissimo che le pressioni del sistema clientelare e subordinato al datore di lavoro che la caratterizza, non consentono un comportamento indipendente (è il limite che condanna anche lo Statuto dei Lavoratori nell’articolo 17).
Abbiamo attraversato quattro anni di vera lotta per far crescere i territori, strutturarli; abbiamo organizzato convegni per discutere con la società civile sui temi che interessano tutti, in una ottica di “cittadinanza attiva” in cui crediamo e perseguiamo; sono stati organizzati seminari per far crescere l’aspetto professionale dei Colleghi; ci siamo confrontati con i dirigenti della Nostra Arma dei Carabinieri per discutere sulle criticità che vengono raccolte nei territori, spesso raccogliendo da questi risposte sterili nella forma; abbiamo visto il Comando Generale studiare le nostre proposte e trasformarle in percorsi migliorativi per tutti i Carabinieri, ed era questo che volevamo. Attraverso l’ufficio “disciplina e contenzioso” abbiamo fornito migliaia di consulenze e lavorato su centinaia di difese in maniera professionale e lavorando in team per confezionare prodotti di difesa mirati a ogni situazione.
Abbiamo anche discusso animatamente all’interno, spesso a causa di malintesi e una informazione non completa, ma questo fa parte del processo di crescita democratica di qualsiasi associazione privatistica, figuriamoci quella di un sindacato di Carabinieri che mettono a disposizione quotidianamente le loro Vite per gli Altri, per gli Ultimi, per i discriminati.
Infine abbiamo sempre trovato decisioni comuni, nell’ottica di accettazione della democrazia e della alternanza tra maggioranza e minoranza. Una vera Democrazia non esisterebbe senza la possibilità di alternative e di ascolto verso tutti, altrimenti provocherebbe quel limite, quella patologia, con la quale la democrazia non esisterebbe più e allontanerebbe il senso di civiltà e rispetto che deve contraddistinguere l’essere umano evoluto.
Come scriveva Tocqueville, “la Democrazia non è la dittatura della maggioranza”.
Il congresso Nazionale di NSC sarà un Agorà dove insieme, democraticamente, si confronteranno e analizzeranno i programmi per il futuro e non potrà mai essere, secondo lo spirito che ci ha sempre contraddistinti, un’arena dove le possibili divergenze di opinioni diventerebbero scontri per affermare posizioni personalistiche. Per quanto mi riguarda, credo che il Nuovo Sindacato Carabinieri debba continuare a perseguire l’essere un:
• Sindacato Autonomo
• Sindacato Etico
• Sindacato che promuova le competenze
• Sindacato che riconosca il ruolo portante delle segreterie provinciali attribuendole autonomia finanziaria e agibilità
• Sindacato che evolve attraverso una reale formazione Sindacale
• Sindacato che agisce con trasparenza attraverso la circolarità informativa ad ogni livello
Il Nuovo Sindacato Carabinieri è un sindacato maturo, responsabile e lo dimostrerà:
Noi ci crediamo.
Roberto Di Stefano
Nuovo Sindacato Carabinieri