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La Corea del Nord sta rifornendo di armi la Russia già da un mese e mezzo. Il summit tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un, a colloquio per ore il 13 settembre, per l'Ucraina certifica un accordo che di fatto è già in vigore. La Russia già riceve armi da Pyongyang e le utilizza nella guerra contro l'Ucraina. Lo sostiene il capo dell'intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov, che fornisce dettagli: "La Corea del Nord fornisce armi alla Russia da un mese e mezzo", assicura Budanov precisando che si tratta di proiettili da 122 mm e 152 mm e di razzi Grad. La Corea del Nord, secondo gli analisti, può garantire pezzi di artiglieria e munizioni che si integrano senza problemi con la macchina bellica di Mosca. Ora il canale è destinato ad essere allargato: "Il Cremlino punta ad ottenere milioni di munizioni. Purtroppo per noi, la Corea del Nord è un grande produttore di armi. E' in grado di fabbricarne enormi quantità. La Russia non è in grado di arrivare a questi volumi". Per Budanov, Mosca mentre quando afferma di "produrre razzi autonomamente". La Corea del Nord negli ultimi tempi ha mantenuto intatta la propria capacità di produrre munizioni e armi, utili in particolare per l'artiglieria: "Questo avrà un effetto negativo sulla guerra in Ucraina", dice Budanov, che fa riferimento a "ordini per milioni di lotti di proiettili. Resta da vedere come riusciranno i nordcoreani a consegnarli rapidamente". Kim Jong-un, del resto, nel summit con Putin ha usato un linguaggio sufficientemente esplicito. Senza nominare l'Ucraina, ma riferendosi all'"operazione militare" della Russia, Kim si è detto "profondamente convinto che l'esercito e il popolo russo'' avranno ''successo nell'operazione militare speciale attualmente in corso'' e ha affermato che "l'esercito russo e il suo popolo erediteranno la brillante tradizione della vittoria".
Kim ha promesso a Putin il suo aiuto sottolineando che "la Russia si è sollevata per proteggere la propria sovranità e sicurezza". "Abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere tutte le decisioni di Putin e quelle del governo russo. Spero che saremo sempre insieme nella lotta contro l'imperialismo e nella costruzione di uno Stato sovrano", ha detto. Le parole del leader sono un'ulteriore conferma di un quadro già noto agli Stati Uniti. Da settimane Washington invia messaggi a Pyongyang, che però tira dritto. Gli Usa adesso ribadiscono che "non esiteranno a imporre sanzioni" se il summit Putin-Kim porteranno ad un trasferimento di armi tra Corea del Nord e Russia. "Abbiamo adottato una serie di azioni per sanzionare entità che hanno fatto da mediatori nella vendita di armi tra Corea e Russia, non esiteremo ad adottare altre sanzioni se necessario", ha detto Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato. "Il segretario di Stato Blinken ha sollevato il problema del programma nucleare e del programma missilistico della Corea del Nord e del programma missilistico nei suoi contatti con i funzionari cinesi quando eravamo a Pechino. Abbiamo regolarmente sollevato l'argomento nelle nostre conversazioni con i funzionari cinesi", ha detto Miller. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)