(Adnkronos) – "Gli accordi di filiera sono l’elemento per dare certezze alle imprese agricole, ma anche a tutti i soggetti dell'agroalimentare o comunque legati alla filiera dell’industria nello sviluppo di quelli che sono gli elementi connessi all’agricoltura stessa – lo ha detto il Presidente Nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, organizzato dal centro studi Divulga e tenutosi a Roma presso Palazzo Rospigliosi, che ha evidenziato un gap di redditività del 25% tra i coltivatori aderenti all’accordo di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia e i non aderenti. “Parliamo, quindi, di contratti pluriennali, di certezza sulla redditualità riconosciuta al lavoro dei nostri agricoltori, ma anche di attenzione in termini di innovazione legata all’ambiente, alla tecnologia, alla gestione dei dati, all'utilizzo della robotica e di tutto quello che saranno le sfide che ci dovranno appartenere anche per dare un ulteriore risposta al tema del dissesto idrogeologico e all’abbandono dei terreni agricoli". "Noi riteniamo che dobbiamo guardare ad una giusta e corretta attenzione nei confronti dei cittadini, cioè dei consumatori, perché bisogna metterli nella condizione di poter essere consapevoli rispetto a quello che acquistano. In questo modo, a loro volta, possono fare una scelta consapevole. Quindi, l’elemento di certezza sull’acquisto del prodotto sarà quello che farà la differenza nel dare una risposta all’italian sounding, che vale più di 120 miliardi, e nel valorizzare il vero prodotto agroalimentare italiano. È altrettanto chiaro che noi, come sistema Paese, dobbiamo però rinnovare ulteriormente il mondo legato alla logistica e al trasporto dei nostri prodotti", ha concluso il Presidente di Coldiretti. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)