(Adnkronos) – Il G20 che si terrà a Nuova Delhi sabato e domenica prossimi rappresenterà internamente "la consacrazione" per il premier indiano Narendra Modi, soprattutto in vista del voto del prossimo anno che "stravincerà", mentre sul piano internazionale "potrebbe essere l'occasione per diventare il punto di riferimento del cosiddetto sud globale". Tenuto conto che schierarsi con l'India non ha le stesse implicazioni geopolitiche che ha schierarsi con la Cina o con gli Stati Uniti. E' il ragionamento che fa l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, alla vigilia del summit con cui Modi, sono le parole del premier, vuole presentare al mondo "il potenziale dell'India". "Certamente – dice all'Adnkronos – il G20 sarà un momento importante con cui Modi si consoliderò dal punto di vista interno. Con lui premier l'India ha fatto progressi importanti, ma ha anche imboccato una deriva autoritaria" il cui esito non è ancora chiaro. "Quale sarà invece la rilevanza internazionale del summit resta da vedere", osserva l'ex ambasciatore, ricordando come anche questa volta non ci sarà unanimità sul comunicato finale, a causa dell'opposizione di Mosca e Pechino alle conclusioni sull'Ucraina. "Lui, portatore di una visione dell'India come grande potenza globale, sicuramente ambisce a essere il portatore degli interessi del nuovo Sud del mondo. Vuole diventarne il punto di riferimento e il G20 potrebbe essere la sua occasione", sostiene Armellini. Che sottolinea la difficoltà del confronto con la Cina in questa lotta per la supremazia, come dimostra la plateale assenza del presidente Xi Jinping al vertice, lui che dal 2012 a oggi (a parte quello di Roma ufficialmente perché c'era ancora la pandemia) non aveva mai saltato nessun G20. Le dispute territoriali tra Nuova Delhi e Pechino, riconfermate nella nuova mappa con i confini cinesi pubblicata nei giorni scorsi e che sarebbero alla base della decisione del presidente cinese di 'snobbare' il summit, secondo Armellini "sono solo il segnale di una contrapposizione che è molto più profonda: non andando al G20 in una fase in cui la Cina ha alzato di nuovo l'asticella, Xi ha inviato un piccolo segnale che ha relativamente un basso costo". In ogni caso, dice l'ambasciatore, l'India "ha il vantaggio di essere rappresentante di un'entità economica di riferimento, oltre al fatto che stare con l'India non è una scelta geopolitica come decidere di stare con Pechino o con Washington". C'è poi il 'nodo' Russia e il rapporto con gli Stati Uniti: "L'India si vede come una grande potenza che persegue il proprio interesse, in nome del quale non vuole scegliere se stare con l'una piuttosto che con gli altri. Gli Stati Uniti sono fondamentali per la sua economia e perché gli servono in chiave anticinese – chiosa – E dalla Russia non può distaccarsi per non indebolirla ulteriormente e farla scivolare ancora di più verso la Cina". In sostanza, l'India "non si allea con nessuno, ma vuole essere partner di tutti". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)