(Adnkronos) – Una donna di origine nigeriana di 43 anni si è lasciata di morire di fame nel carcere di Torino dove era detenuta. "È deceduta intorno alle 3, nell’articolazione di salute mentale presso cui era ristretta, e la morte è stata accertata dal personale medico e paramedico del 118, immediatamente chiamato dagli agenti", riferisce il segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Vicente Santilli. "La donna, entrata in carcere poco dopo la metà del luglio scorso, si era da subito rifiutata di assumere alimenti – spiega Santilli – rifiutava ogni cura e sollecitazione a mangiare e persino i ricoveri in ospedale”. "Il caso della detenuta nigeriana che lascia due figli piccoli – fa eco Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di polizia penitenziaria Spp – avrebbe dovuto richiedere un’iniziativa indispensabile a scongiurarne la morte avvenuta invece nella totale indifferenza. Nessuno si è posto il problema di come interrompere il comportamento della detenuta, mentre – sottolinea – si è già dimenticato o volutamente rimosso che nello scorso anno sono state 84 le persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto penitenziario italiano: numero record da quando si registra il dato (dal 2000)". ''Questa è una tragedia che non può essere tollerata in un Paese che si professa civile e democratico", afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. "Una morte di cui comunque è responsabile lo Stato che aveva in custodia la vita della vittima. Non capisco cosa c’entrano in questo i sindacati degli agenti. Chiedo venga fatta chiarezza anche per questo''. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)