(Adnkronos) – La Commissione europea ha avviato procedure di infrazione inviando lettere di messa in mora all'Italia (insieme all'Austria e alla Svezia e pareri motivati al Belgio, all'Ungheria e all'Estonia), per non aver recepito correttamente la direttiva relativa al diritto di avvalersi di un difensore e di comunicare al momento dell'arresto. La direttiva mira a garantire l'accesso a un difensore fin dalle prime fasi del procedimento per indagati e imputati in procedimenti penali, nonché per le persone soggette a un mandato d'arresto europeo (Mae), in modo che chi è privato della libertà possa informare e comunicare con terzi, come il datore di lavoro o i familiari, nonché le autorità consolari. La Commissione ritiene che alcune misure nazionali notificate dai sei Stati non soddisfino i requisiti della direttiva, tra cui l'effettiva partecipazione di un difensore durante l'interrogatorio (Belgio e Italia), eventuali deroghe al diritto di accesso a un difensore basate su lontananza geografica o esigenze investigative (Belgio, Ungheria, Italia, Austria), disposizioni per informare un terzo in caso di privazione della libertà personale (Italia) e deroghe a tale diritto (Estonia e Svezia), norme per informare il titolare della responsabilità genitoriale o altro adulto appropriato quando i minori sono privati della libertà (Italia e Austria), rinuncia al diritto di avvalersi di un difensore (Ungheria, Austria, Svezia) e norme applicabili nei procedimenti di Mae (Estonia). Belgio, Ungheria, Italia, Estonia, Austria e Svezia hanno ora due mesi per adottare le misure necessarie per affrontare le carenze individuate dalla Commissione. Qualora l'Italia, l'Austria o la Svezia non forniscano una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di far avanzare la procedura d'infrazione e inviare un parere motivato. La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a Belgio, Estonia e Ungheria nel settembre 2021 e nel novembre 2021. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può deferire Belgio, Estonia e Ungheria alla Corte di Giustizia dell'Ue. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)