(Adnkronos) – La notizia è di quelle inequivocabili. Il crollo del Rublo non solo non si arresta ma tocca oggi il livello più basso degli ultimi 15 mesi, avvicinandosi al tonfo seguito all'inizio della guerra in Ucraina. L’euro ha superato la soglia psicologica dei 100 rubli (102 per l'esattezza) per la prima volta dal marzo del 2022 e il dollaro viene scambiato per 93,3 rubli, altro livello record. Cosa vuol dire per l'economia di Mosca? E' il segnale che un anno e mezzo di conflitto ha effettivamente messo in ginocchio il tessuto produttivo russo? C'è una sola persona nell'establishment politico ed economico russo che per la sua storia e per il ruolo che ricopre ha ancora credibilità internazionale. La governatrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, citata dall’agenzia Ria Novosti, ha spiegato l’indebolimento della moneta nazionale con la forte riduzione del surplus commerciale. Per vent'anni, è riuscita a conciliare le regole del libero scambio e della globalizzazione con le mire imperiali di Vladimir Putin. Poi ha imparato anche a finanziare la guerra in Ucraina, dando fondo a tutte le risorse disponibili. Si è mossa tra voci di dimissioni e quelle che la vedrebbero, di fatto, costretta a rimanere al suo posto. E' stata da sempre descritta come la 'salvatrice del Rublo', oggi fa fatica a non ammettere le difficoltà. Negli ultimi sedici mesi, proprio le decisioni di Nabiullina hanno consentito attraverso uno stretto controllo del mercato dei capitali di isolare la Russia dal contesto esterno. Anche la più accorta ed efficace gestione delle leve finanziarie sembra però ora piegarsi ai fattori, interni ed esterni, che pesano sulle scelte di chi acquista e vende moneta. La marcia di Yevgeny Prigozhin verso Mosca, cha sia stato o non sia stato un reale tentativo di golpe, ha avuto comunque un impatto importante sulla credibilità e la solidità del regime di Putin perché ne ha messo in discussione la tenuta, per la prima volta in maniera così esplicita e plateale, di fronte al mondo. La prima conseguenza, quella più visibile, potrebbe essere una nuova corsa agli sportelli delle banche da parte dei russi per mettere in sicurezza quello che hanno, cambiando i propri risparmi in rubli con una valuta più stabile, ovviamente euro o dollari. E' già successo pochi mesi fa e potrebbe accadere ancora. Il crollo della moneta può contribuire ad alimentare la preoccupazione, che può sfociare nel panico, tipica delle situazioni in cui si azzera la fiducia verso chi detiene il potere. Gli analisti attribuiscono la tendenza attuale del Rublo anche ad altre due condizioni tipiche dell'acuirsi di una crisi economica: l'aumento delle importazioni per la carenza della produzione interna e la fuga di capitali dal Paese. Se tutti questi fattori continuassero a spingere nella stessa direzione, il fattore economico potrebbe giocare un ruolo significativo nelle prossime decisioni di Putin e incidere non poco sugli sviluppi della guerra in Ucraina. (Di Fabio Insenga) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)