(Adnkronos) – “Bene i primi provvedimenti dell’attuale maggioranza, come il segnale politico sulla carne prodotta in laboratorio, la svolta impressa sul tema delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) che potrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime per mangimi o il disegno di legge sul ‘meat sounding’ che sfrutta i nomi normalmente riferiti alla carne per prodotti a base di proteine vegetali”. E’ una vera e propria promozione all’attuale maggioranza quella del presidente di Unaitalia Antonio Forlini, durante la sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione nazionale delle carni bianche italiane, in merito ai primi provvedimenti per tutelare l’agroalimentare italiano. “Al Governo chiediamo di proteggere in Europa un asset strategico del nostro made in Italy con meccanismi di vera reciprocità rispetto alle importazioni extra-Ue – aggiunge Forlini – la difesa della sicurezza alimentare per i nostri consumatori, periodi di adeguamento alle nuove regole congrui e ben sostenuti”. “È necessario procedere spediti sulla strada delle riforme, con l’attuazione efficace del Pnrr e con alcuni strumenti come i contratti di filiera, l’agrivoltaico e la transizione digitale. Occorre rendere l’Italia un paese più competitivo con l’auspicata riduzione del cuneo fiscale e con interventi pro-consumi erosi dall’inflazione, come la riduzione dell’Iva al 4% che garantirebbe a tutti l’accesso a carni bianche e uova, le proteine più democratiche sul carrello della spesa” ha aggiunto Forlini. Ai lavori dell’assemblea hanno partecipato, tra gli altri, Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Carlo Alberto Buttarelli, presidente Federdistribuzione; Paolo De Castro, eurodeputato e relatore della proposta legislativa sulla Riforma Ig, Cristiano Fini, presidente Cia-Agricoltori Italiani e Coordinamento Agrinsieme, Ettore Prandini, presidente Coldiretti. “Le recenti esperienze sui dossier strategici per il settore – continua Forlini- ci insegnano che non possiamo continuare a dipendere dagli studi di centri di ricerca e università, molto spesso del nord Europa, che si ispirano a modelli diversi dal nostro e che sono presi a riferimento nel processo decisionale europeo”. “Valorizziamo le nostre eccellenze anche in campo scientifico con un Polo del made in Italy della ricerca nell’agroalimentare – propone Forlini – una rete unica tra Istituti zooprofilattici, che sono un unicum italiano, università e centri di ricerca che ne coordini il lavoro per essere più visibili e competitivi nelle sedi che definiscono le policy europee” conclude Forlini. L’assemblea è stata l’occasione per ribadire alcuni passi fatti avanti dall’avicoltura italiana che rimane un modello produttivo virtuoso a livello internazionale: i dati Ema Evsac attestano -90% di antibiotici dal 2011 al 2020 a fronte di una riduzione del 18% in medicina umana, mentre secondo la Fao la produzione avicola italiana emette circa il 50% in meno di Co2 rispetto alla media mondiale (Fonte: Faostat). Il 62% della produzione avicola in Italia, inoltre, riporta informazioni volontarie aggiuntive in etichetta disponibili al consumatore. Di queste, il 52% riguarda l’uso di luce naturale e il 50% degli arricchimenti ambientali. La densità inferiore ai limiti di legge è indicata dal 30% degli aderenti al Disciplinare, mentre il 6% della produzione usa razze “a lento accrescimento” (dato triplicato tre anni). Il 28% dei prodotti che riportano informazioni aggiuntive in etichetta (uno su tre) risponde infine a standard di “maggiore benessere”. Per le uova da consumo il passaggio a produzioni cage free sugli allevamenti delle filiere aderenti ad Unaitalia, inclusi quelli in soccida, supera l’80%. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)