(Adnkronos) – "Le banche possono e devono mettere a disposizione gli strumenti che hanno a disposizione per incrementare la natalità. Ma serve anche un cambio di narrazione per incidere sull'aspetto culturale". Parte da questa considerazione generale Giuseppe Corni, Chief human resource officer di Bper, durante il suo intervento all'evento di lancio del progetto 'Demografica' dell'Adnkronos, per introdurre il lavoro che la sua banca sta facendo sul terreno del welfare aziendale e della parità di genere. Passando in rassegna le iniziative che aiutano giovani e donne, dai mutui per gli under 36 al plafond per l'imprenditoria femminile, Corni si sofferma anche sulle piattaforme di welfare che Bper commercializza per le aziende clienti, "facilitando l'avvio di percorsi virtuosi". Guardando a quello che la banca fa per i suoi 21mila dipendenti, partendo dall'asilo aziendale presso il centro direzionale che serve un migliaio di famiglie, Corni segnala anche un'importante inversione di tendenza. Per molto tempo, spiega, si è fatto un buon welfare 'passivo', conciliando il ruolo della donna a casa. Ma, rileva il top manager di Bper, "siamo stati disattenti nello staccare la spina del percorso professionale". Da qualche anno a questa parte, invece, "ci stiamo dedicando a un welfare che possiamo chiamare attivo, che dà alle colleghe strumenti per non creare quel vuoto d'aria che le mette in una corsia di decelerazione". Corni cita numeri significativi. In Bper c'è una sostanziale equità nella distribuzione di genere (48% donne e 52% uomini) a livello complessivo, ma se si sale al livello dei funzionari la quota femminile scende sotto il 30%, nella fascia dei dirigenti scende ancora e nella fascia apicale non è neanche il 10%. "C'è qualcosa che non funziona. Ma le cose stanno migliorando e il percorso intrapreso porterà risultati", confida Corni. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)