(Adnkronos) – Dal 23 giugno al 25 luglio e dal 2 settembre al 29 ottobre si apre al Quirinale la mostra 'Gli Dei ritornano – I bronzi di San Casciano'. L'esposizione presenta per la prima volta al pubblico le scoperte fatte nel 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. "Riprendiamo a fare mostre dopo lo stop del Covid – informa Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – "Oggi pomeriggio alle 17:30 ci sarà l'inaugurazione ufficiale della mostra con il presidente Mattarella e il ministro della Cultura Sangiuliano". La mostra è strutturata come un viaggio attraverso i secoli all'interno del paesaggio dell'antica città-stato etrusca di Chiusi. Dall'età del bronzo fino all'età imperiale ruota attorno all'acqua calda delle sorgenti termali del santuario di San Casciano dei Bagni, nel quale gli antichi andavano per curarsi dolori alla testa e allo stomaco e a pregare gli Dei per una pronta guarigione. Negli scavi tra settembre e ottobre 2022 sono stati ritrovate 34 statue e statuette, migliaia di monete in bronzo (molte di fresco conio, mai circolate) ed ex-voto anatomici. Sono state rinvenute anche iscrizioni in etrusco e latino delle popolazioni che frequentavano il luogo sacro grazie all'eccezionale stato di conservazione all'interno dell'acqua calda. Il santuario probabilmente ospitava anche una scuola medica al di fuori delle vasche come si evince dal ritrovamento di placche poliviscerali e di una sottile sgorbia. "Le opere si sono potute conservare all'interno di un contesto privo di ossigeno, sigillate dal fango delle acque termali che si è depositato nel corso dei secoli nella vasca grande: frutti, oggetti di legno e pigne che normalmente non rinveniamo se non in contesti straordinari – spiega Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. La collezione di bronzi di svariate tipologie ritrovata è collocabile soprattutto tra la prima età repubblicana e la prima età imperiale romana (fra il 1 secolo a.C. e il III-IV secolo d.C.). "Voglio sottolineare come il lavoro di équipe abbia in tempi assolutamente straordinari avviato il restauro di quello che è in mostra, che è solo una selezione degli oggetti rinvenuti perché gli altri sono ancora sotto le cure dei nostri restauratori". Gli scavi riprenderanno nei prossimi giorni. Il santuario copre un'area vasta, oltre alla vasca fulcro del culto, e il Ministero della Cultura sta acquisendo i terreni di proprietà privata in cui è presente il sito archeologico. L'obiettivo della campagna di scavo di quest'anno è capire l'area limitrofa e l'articolazione a terrazze di quello che doveva essere un complesso a terrazze scenografico. Il sito del santuario è stato ben conservato nei secoli per l'intervento dell'amministrazione locale che decise di proteggerlo in vista di future ricerche. "Nel 1993 nulla si vedeva, un luogo di fango, canne, piccola vegetazione, però si riconosceva come Bagno Grande o Monte Santo – racconta Jacopo Tabolli, professore di Etruscologia dell’Università per Stranieri di Siena – La sindaca di allora di San Casciano telefonò alla Sovrintendenza di Firenze per apporre un vincolo. Questa cosa non succede spesso. Normalmente è compito dell'amministrazione dei Beni Culturali. C'era una memoria cinquecentesca della presenza di bagni termali su siti archeologici lì dove i Medici giunsero dopo un terremoto del 1575 ed edificarono un piccolo portico". Nel fare questa operazione incapparono in una serie di altari rotti, spia della presenza di un luogo votivo. "Si tratta del primo santuario intatto che viene scavato in modo adeguato con una squadra interdisciplinare – avverte Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero della Cultura – Gli altri santuari non sono mai stati scavati in maniera sistematica". Un presunto fulmine caduto sul santuario nell'età di Tiberio ha fatto sì che queste statue venissero conservate. "Era un prodigio che doveva essere trattato con cautela – continua – Viene interpretato come un segnale di un Dio e gli umani mettono in campo una serie di azioni per purificare l'area profanata. Questo ha significato deporre all'interno della più antica vasca del santuario etrusco le statue ora ritrovate e sigillarle nel fango apponendo sopra un fulmine in bronzo con una selce preistorica". Una fortuna dato che i bronzi antichi sono stati quasi tutti fusi tra tarda antichità e Medioevo, e in genere si ritrovano in mare come i Bronzi di Riace. Nella mostra c'è una scelta di opere che faranno parte dell'esposizione permanente del museo che avrà sede nel Palazzo dell'Arcipretura di San Casciano dei Bagni, un bene ecclesiale acquistato dallo Stato con un rogito. Le opere ritraggono divinità, offerenti e offerte votive. Nell'esposizione c'è la statua in marmo di Afrodite del tipo Doidalsas, copia romana di età traianea (II secolo d.C) da un originale ellenistico, rinvenuta nel Cinquecento presso la sorgente della Doccia della Testa e la statua in bronzo di Apollo in atto di scagliare la freccia, risalente al 100 a.C dalla vasca sacra del Bagno Grande. Per gli offerenti, c'è un personaggio togato databile al I secolo a.C., che presenta affinità con il celebre arringatore conservato al Museo archeologico nazionale di Firenze; e la statua maschile di un giovane malato, rappresentato nudo e in posizione orante. Ci sono poi dei votivi anatomici che riproducono parti del corpo umano, fra cui un orecchio in bronzo con la dedica alla Fortuna primigenia, divinità che tutelava la sorgente fin dalla fase più antica, e le monete romane offerte in età imperiale. Una stanza a parte della mostra con rumori di tuono in sottofondo evoca il fulgur conditum (il rito del fulmine sepolto, con cui tutto ciò che all’interno di un tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto, così come il fulmine stesso), il fulmine in bronzo che fu deposto insieme a una freccia in selce all’interno di uno strato composto da tegole e coppi, che sigillò l’antica vasca etrusca, aprendo la strada alla monumentalizzazione del santuario, avvenuta in età romana, durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.). L’allestimento dell'esposizione è immersivo e dai toni acquatici per richiamare l’ambiente e il paesaggio del santuario: l’ologramma con Intelligenza Artificiale che riproduce la statua di una orante, attualmente in restauro, con il volto incorniciato da una chioma di riccioli e due lunghe trecce che scendono sul petto, è il simbolo dei voti e delle speranze degli uomini e delle donne che frequentavano questi luoghi, dove le proprietà terapeutiche dell’acqua diventavano salvifiche anche per intervento della divinità. La storia dello scavo verrà narrata in 'Come un fulmine nell'acqua – I bronzi di San Casciano dei Bagni', in prima tv lunedì 26 giugno alle 21:10 su Rai Storia, per 'Italia. Viaggio nella bellezza', realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, raccontato da Brigida Gullo, con la regia di Eugenio Farioli Vecchioli. Lo speciale fa rivivere i momenti più emozionanti dei ritrovamenti delle statue in bronzo e le fasi di pulitura e restauro, eseguite in tempi record, su alcune delle 34 statue esposte al pubblico presso il Quirinale. La mostra visitabile su prenotazione, promossa dal Quirinale e dal Ministero della Cultura, è stata organizzata dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura. Gli scavi archeologici del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni che la Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della Cultura attraverso la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo ha dato in concessione al Comune di San Casciano con il coordinamento scientifico dell'Università per Stranieri di Siena. I restauri sono avvenuti con il sostegno dell'Istituto Centrale del Restauro. La cura è di Massimo Osanna e Jacopo Tabolli. L'allestimento è stato curato da Chiara Bonanni e Guglielmo Malizia. Il Catalogo della mostra è a cura di Treccani con la sponsorizzazione tecnica di Intesa San Paolo. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)