(Adnkronos) – Il ministero dell'Economia certifica, nero su bianco, che dalla ratifica dell'accordo sul Mes "per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012". Il documento – che in buona sostanza non rileva criticità in caso di ratifica dell'accordo da parte dell'Italia – è stato trasmesso questa mattina alla Commissione presieduta da Giulio Tremonti, che ha deciso di rinviare la seduta a domani mattina. La Commissione Esteri della Camera si dà 24 ore di tempo per esaminare la lettera. "La Commissione ha chiesto l'audizione del ministro Giorgetti per approfondire la questione, il ruolo della Commissione è quello di valutare", spiega all'Adnkronos Emanuele Loperfido, deputato di Fdi e membro della Esteri. "Nell'interesse di tutti ci si è dati 24 ore. Sia la maggioranza che l'opposizione avranno modo di approfondire il tema, domani valuteremo", aggiunge il parlamentare. "Non si rinvengono nell'accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione". E' quanto rileva il documento del Mef inviato alla Commissioni Affari esteri e Comunitari, il 9 giugno scorso, a proposito della ratifica del Trattato sul Mes. "Inoltre, non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating, che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma", si legge ancora. "In particolare – prosegue il documento – l'agenzia Moody's nel giugno 2022 ha alzato il proprio rating sul Mes, portandolo al massimo (ad Aaa da Aa1), citando la riforma del trattato fra i fattori che hanno detemrinato il miglioramento del rating. Inoltre, le maggiori agenzie di rating che stimano la rischiosità di un emittente (S&P, Fitch e appunto Moody's), al momento conferiscono al Mef la tripla a o valutazione equivalente". Dalla ratifica dell'accordo sul Mes "per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012", si legge ancora. "Con riferimento ad eventuali effetti indiretti, in linea generale, questi appaiono di difficile valutazione. Essi – prosegue il documento – potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l'accordo rendessero il Mes più rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate del capitale autorizzato". "Rispetto alla prospettiva degli altri Stati membri azionisti del Mes, l'attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati", sottolinea ancora il documento tecnico inviato dal Mef. Intanto l'opposizione attacca. Sulla ratifica del Mes, “siamo l’ultimo Paese che manca. Sono impegni internazionali che l’Italia aveva assunto, non ratificare il Mes mina la credibilità internazionale del Paese e il Paese non se lo può permettere”. Così Elly Schlein a margine di un incontro al Nazareno. “Spero per l’Italia che vengano messe da parte lei ragioni fumose e ideologiche del ritardo, hanno la responsabilità di far rispettare all’Italia gli impegni assunti -ha aggiunto la segretaria del Pd-. Il Governo su questo è profondamente diviso, parlano i fatti, ci sono tensioni. Ma spero per il bene dell’Italia che rarifichino il Mes”. "E così è lo stesso Ministero dell'Economia, il governo insomma, a mettere nero su bianco che la ratifica del Mes non serve solo a tener fede ai nostri impegni internazionali ma è una decisione chiaramente vantaggiosa per l'Italia. Speriamo che adesso cessino con la loro propaganda e agiscano (rapidamente) di conseguenza", scrive Ivan Scalfarotto, senatore di Azione-Italia Viva, in un tweet. Polemico anche il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia: "E' del tutto evidente che siamo di fronte ad un governo nel caos, che sulle grandi questioni che riguardano i nostri impegni internazionali e gli strumenti di politica economica, non è in grado di compiere scelte utili al nostro Paese ma solo di agitare bandierine propagandistiche. E' così per le risorse e i progetti del Pnrr, è così per il Mes. Ciò che sta avvenendo alla Camera – insiste il presidente dei senatori dem – è la testimonianza della inadeguatezza di questo esecutivo che di fronte alla certificazione da parte del Mef che l'utilizzo di questo strumento non creerebbe danni ma porterebbe vantaggi non sa che fare e sospende i lavori in Parlamento". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)