(Adnkronos) –
Forza Italia si prepara a cambiare il suo uomo dei conti, il cosiddetto tesoriere. A sorpresa, all'ordine del giorno del Comitato di presidenza convocato domani pomeriggio nella sede nazionale di via In Lucina, è spuntato anche la 'sostituzione del commissario dell'amministratore nazionale', incarico attualmente ricoperto dall'ex senatore azzurro e manager Fininvest, Alfredo Messina. Di solito spetterebbe al Consiglio nazionale occuparsi di questo, ma evidentemente i vertici forzisti hanno deciso di accelerare i tempi e continuare la riorganizzazione del partito avviata da Silvio Berlusconi, su cui l'ex premier fino all'ultimo ha lavorato, anche dal letto del San Raffaele. La scelta del successore di Messina sarebbe la prima nomina del 'dopo Silvio': secondo gli ultimi boatos il candidato dovrà essere un nome gradito alla famiglia del Cav che punterà così a 'blindare' le casse. Del resto, fanno notare, Messina (che ha gestito le finanze forziste dal giugno 2016 quando prese il posto di Maria Rosaria Rossi, allora dominus del cerchio magico), per 30 anni è stato al fianco del leader azzurro lavorando nel gruppo del Biscione e fu fortemente voluto alla guida delle finanze forziste proprio dal Cavaliere. Al Senato già da due legislature prima col Pdl poi con Forza Italia, Messina siede da decenni ai vertici delle aziende della Fininvest: dal '95 è vicepresidente di Mediolanum SpA e dal 2015 fa parte anche del cda di Mondadori. Qualcosa però tra lui e il partito si è rotto in occasione delle ultime politiche: Messina si è ritrovato tra gli esclusi eccellenti dalla liste elettorali per il 25 settembre del 2022 (''Sono rimasto sorpreso per primo io e anche amareggiato da questa esclusione, nessuno mi ha avvertito'', si sfogò con l'Adnkronos). Anche stavolta, a quanto si apprende, il manager non sarebbe stato informato della sua 'sostituzione'. Quello del tesoriere è sempre stato un ruolo chiave, di grande responsabilità e potere, soprattutto in un partito azienda come Forza Italia, dove il fondatore Berlusconi di fatto è sempre stato il principale finanziatore. Morto il leader, sono i 5 figli ad aver ereditato i circa 100 milioni di euro fino a ora 'garantiti' dal presidente di Fi e spetterà a loro, d'intesa con i vertici del partito, a cominciare da Antonio Tajani, sciogliere il nodo del tesoriere, l'unico per statuto ad avere la titolarità d'uso dello storico simbolo forzista in qualsiasi competizione elettorale nelle vesti di depositario. Un dettaglio non certo da poco, visto che incombono le europee. In tanti, infatti, si chiedono che fine farà il brand della 'discesa in campo'? Di certo non bisogna confondere l'utilizzo del logo (la bandiera tricolore con la scritta Fi) con la proprietà perché quest'ultima appartiene solo a 'Il Movimento politico Forza Italia', l'associazione non riconosciuta, nata davanti al notaio romano Francesco Colistra il 18 gennaio del '94 grazie alla firma di 5 soci fondatori – Berlusconi, Tajani, Antonio Martino, Luigi Caligaris e Mario Valducci- . Nel tempo il simbolo ha subito solo qualche lieve restyling, dal punto di vista grafico. L'ultimo nell'agosto del 2022 quando fu inserito un richiamo all'Europa in vista delle politiche del 25 settembre vinte dal centrodestra. Alla bandiera del partito e alla dicitura 'Berlusconi presidente' venne giunto appunto un riferimento al Partito popolare europeo. Nel corso degli anni più volte sono circolate voci su un cambio del simbolo, indiscrezioni puntualmente smentite dallo stesso leader azzurro. La convinzione è che anche stavolta nessuno lo toccherà perchè coincide con la figura Berlusconi. Resta, però, il nodo della titolarità della dicitura 'Berlusconi presidente' che Tajani, giusto qualche giorno fa, ha assicurato, sarà presente alle europee (''il nome di Berlusconi sarà per sempre nel nostro simbolo''). Raccontano che se il logo appartiene all'associazione non riconosciuta, il nome del Cav sia nella esclusiva disponibilità dello stesso ex premier, ora 'trasmessa' per eredità ai figli. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)