(Adnkronos) – Lunedì 19 giugno al Ministero della cultura di Roma è stato firmato il rogito del Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni (Siena), acquistato dallo Stato per destinarlo a sede del museo che ospiterà i bronzi e gli altri reperti provenienti dallo scavo del Bagno grande e dalle ricognizioni archeologiche del territorio ritrovati tra il 2020 e il 2022, oggetto della mostra che aprirà al pubblico il 23 giugno al Palazzo del Quirinale. Nell'accordo di valorizzazione sono previsti l'esecuzione di ricerche e scavi nella zona delle acque termali, la costituzione di un'area archeologica, del museo e di un hub internazionale di ricerca. Il progetto rientra nel programma strategico dell'Accordo triennale per la valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico di San Casciano dei Bagni sottoscritto nel febbraio 2022 dal Ministero della Cultura, dalla Regione Toscana, dal Comune di San Casciano dei Bagni e dall'Università per stranieri di Siena. "Sono molto felice perché nell'immediatezza della mia nomina a ministro fui chiamato dal direttore generale Musei, Massimo Osanna, che mi segnalò l'eccezionalità di questo ritrovamento – racconta il ministro Gennaro Sangiuliano ai giornalisti dopo la firma del rogito – Gli esperti affermano che è il più importante dopo i bronzi di Riace. Le opere ritrovate sono significative". Tra la vasta mole di reperti archeologici ritrovati ci sono scritti che recano i nomi delle divinità venerate nel santuario del Bagno Grande: Apollo, Fortuna Primigenia, Iside e Igea. Alla firma della compravendita è stata portata una testa di bronzo con un'iscrizione sul collo 'Flere Havens', ovvero 'Dio della Sorgente' in etrusco. "Mi ha molto stimolato l'idea che siano state trovate in questo luogo che segna la transizione tra il mondo etrusco e quello romano: l'incontro tra queste due civiltà – osserva il ministro – Siamo un ministero del fare e quindi cominciamo a fare con l'acquisizione dell'immobile, poi metteremo ulteriori risorse affinché San Casciano possa avere un museo importante che possa essere un polo attrattivo per tutto il territorio". Il museo si chiamerà Museo Archeologico Nazionale della Val d'Orcia e diventerà un luogo di riferimento per la conservazione, tutela, esposizione e valorizzazione dei ritrovamenti. "Un momento importante che segna il passaggio non solo di un bene di proprietà dalla Chiesa allo Stato ma soprattutto di un bene che potrà diventare di fruizione pubblica e di questo non possiamo che rallegrarcene – riferisce il cardinale Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza – Sarà una valorizzazione del territorio e sicuramente un'attrazione per tantissime persone che verranno ad incontrare e conoscere la bellezza di questi reperti". —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)