(Adnkronos) – La società di analisi di mercato Ipsos prosegue la sua ricerca in collaborazione con Vincenzo Cosenza, fondatore dell’Osservatorio Metaverso, per indagare opinioni, esperienze, conoscenza e prospettive degli italiani in merito a Metaverso, Realtà Immersive e Intelligenza Artificiale. L’analisi ha coinvolto un campione di oltre 1.400 persone di età compresa tra i 15 e i 65 anni: gli Italiani sono buon conoscitori del concetto di Metaverso, infatti il 92% degli intervistati dichiara di conoscere che cosa sia un metaverso, il 77% è in grado di descriverlo spontaneamente e più della metà del campione fornisce una descrizione che si avvicina molto a quella che ne danno gli esperti, definendolo come un mondo virtuale in cui le dinamiche di interrelazione consentono di performare diverse attività. Nel campione coinvolto, a livello generazionale, sorprende come i Millenials più dei giovanissimi dichiarino di essere attratti e aver approfondito le tematiche legate ai metaversi, realtà immersive come avatar, extended reality (AR, VR) e AI, ma anche criptovalute e NFT. In linea generale, le attitudini verso il Metaverso sono più di apertura che di scetticismo. Il 58% ritiene che in futuro grazie alle esperienze immersive virtuali potrà imparare a fare cose nuove e il 52% ritiene che le esperienze che si possono fare siano emozionanti. Come ogni nuova innovazione tecnologica è accompagnata da un po’ di ansia verso la mancanza di privacy (38%) e si teme una certa confusione in negativo tra realtà fisica e virtuale (40%). Nonostante ciò la ricerca mostra il Metaverso e le realtà immersive non siano percepite come un’alternativa alla realtà fisica, ma come un modo per esaltare l’experience online. Tuttavia, alcune barriere restano soprattutto in termini di accessibilità: il 37% ritiene il Metaverso sia ancora troppo costoso (la percentuale più alta 44%, si registra tra gli appartenenti alla GenZ). Infatti, il possesso di visori per le realtà immersive è del 10% e il costo elevato viene citato ancora una volta come principale barriera all’acquisto. Fino ad ora la sperimentazione delle attività fatte nel Metaverso da parte degli user è stata piuttosto diversificata. Il 32% ha svolto più di un’attività, tra cui: giocare o trascorrere del tempo con amici (33%); acquistare oggetti reali come vestiti e scarpe o esplorare un’altra città (30%). Tra i mondi virtuali visitati in testa vediamo Fortnite e Minecraft, anche se la maggior parte del campione ha scarsa memorabilità rispetto a piattaforme specifiche. Le attività che vanno per la maggiore riguardano in particolare attività di gaming (48%), intrattenimento compresi film e concerti (45%) educazione e apprendimento (41%) e shopping (40%). Fronte Intelligenza Artificiale e ChatGPT la ricerca Ipsos per l'Osservatorio Metaverso ha rilevato come la maggioranza delle persone in Italia (65%), principalmente uomini, conosca le applicazioni legate all'intelligenza artificiale che automatizzano ad esempio la creazione di testi, articoli di blog e post sui social media. Tra questi, il 37% afferma di averne una buona conoscenza e ciò è maggiormente evidente tra la fascia d'età più giovane, il 28% ne ha soltanto sentito parlare, il 25% ne è a conoscenza ma non le ha mai utilizzate e il 10% le conosce e le ha anche utilizzate. Al contrario, è il 35% ad affermare di non esserne completamente a conoscenza. Tra le diverse applicazioni legate all’intelligenza artificiale, spopola ChatGPT, nota al 40% delle persone in Italia, e che distacca di molto altri tool come Dall-E (conosciuto dal 18%), BARD Google (16%), Stable Diffusion e Midjourney (12%). Il 25%, al contrario, dichiara di non conoscere nessuno dei tool citati, in misura maggiore tra le persone più adulte. L’indagine infine registra un atteggiamento positivo relativo all’utilizzo di applicazioni legate all’intelligenza artificiale: per il 44% delle persone semplificheranno i processi e per il 41% saranno un valido supporto per la propria vita professionale, idea prevalente tra la fascia di popolazione più giovane. Ma non tutte le persone sono d’accordo con questa visione positiva. Infatti, per il 26% toglieranno dei posti di lavoro, per il 24% rappresentano una minaccia per la nostra creatività umana e, infine, per il 16% amplificheranno ulteriormente il gap tecnologico. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)