Il Mosap non perdona chi offende la memoria dei servitori dello Stato. Ieri il tribunale penale di Ascoli Piceno ha emesso sentenza con la quale è stato condannato per diffamazione un leone da tastiera che, all’indomani del suicidio di un poliziotto a Fiumicino, aveva rivolto sui social parole offensive e diffamatorie nei suoi confronti e nei confronti del corpo della Polizia di Stato.Il Mosap aveva dunque sporto querela presso la Procura della Repubblica di Roma e, a seguito delle indagini preliminari, non avendo potuto identificare chi si celava dietro il nickname “Sandro Bello”, era stata chiesta l’archiviazione verso cui è stata avanzata istanza di opposizione. Disposte nuove indagini, la polizia postale ha finalmente identificato l’autore delle frasi offensive, residente ad Ascoli Piceno.Si è così celebrato il procedimento e il Mosap, assistito dall’avvocato Antonello Madeo, è stato riconosciuto parte civile, con diritto al risarcimento del danno. «Una grande soddisfazione – fa sapere Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap) – essere riconosciuti parte lesa in un procedimento in cui si è accertata la responsabilità di chi ha offeso la memoria di un collega e dell’intero corpo della Polizia di Stato. Ci auguriamo che queste cose non accadano più e che ci si pensi due volte prima di diffondere odio sui social. Il Mosap – conclude – non perdona i leoni da tastiera»