Non possiamo più soprassedere – afferma il Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri Massimiliano Zetti – dal segnalare il verificarsi di spregiudicate e perduranti violazioni delle più elementari norme, buone abitudini e coerente rispetto e tutela della salute dei lavoratori militari all’interno delle caserme.
La problematica sorge dall’abitudine di fumare negli uffici o nei locali di abituale condivisione, come corridoi, sale riunioni e via dicendo.
Un fastidio acuito enormemente dal consumo di tabacco intenso, pungente e persistente come quello dei sigari che, in ambienti chiusi, provoca ai non fumatori reazioni di malessere imbarazzanti come i sensi di nausea, i capogiri e il senso di asfissia.
L’incresciosa situazione – aggiunge Zetti – desta ancor più imbarazzo, quando la malsana abitudine del tabagismo negli ambienti di lavoro viene praticata con indifferenza e disinvoltura da chi riveste una posizione di preminenza gerarchica, magari aggiunta a quella di comando, quando invece tali ruoli impongono a chi li riveste di vigilare e far rispettare il divieto di fumo: “Non chiediamo che si apra la “caccia” ai Carabinieri che fumano”.
E’ invece necessario che si prenda atto del preoccupante fenomeno e che i Dirigenti e Responsabili dei Reparti, conformemente alle responsabilità derivanti dall’art. 28 della Costituzione, garantiscano la tutela della salute dei lavoratori militari anche contrastando l’odioso fenomeno della pratica del fumo nei luoghi vietati dalla legge. Se perdurasse indifferenza su questa grave disfunzione – conclude Zetti – potremmo pensare di giungere a sospettare che il rispetto reciproco e la civile convivenza, a prescindere dai ruoli e dalle preminenze, non sia più un valore riconosciuto.