“Il nuovo Governo riceverà in tema di sicurezza un’eredità disastrosa. I problemi che si sono stratificati sono tali da aver ormai messo a dura prova la resistenza psico-fisica dei singoli Operatori e, con essa, la tenuta di ciò che rappresenta la struttura portante della democrazia e della libertà. Continuare a fingere, minimizzare, rinviare non si può più, urgono interventi immediati, decisi, sostanziali, perché la sicurezza è premessa fondamentale per lo sviluppo del paese e un diritto dei cittadini i quali la richiedono sempre più insistentemente e, soprattutto in determinati territori, ormai disperatamente. Allo stesso tempo, la sicurezza di chi è chiamato a rispondere ai bisogni del paese è altrettanto basilare, e rappresenta una specifica priorità di chi fa Sindacato avendo come orizzonte il benessere comune. Ecco perché ci rivolgiamo a tutti i partiti alla vigilia delle elezioni, perché di sicurezza si torni a parlare seriamente, e perché si cambi radicalmente ciò che non va”.
E’ questo il contenuto della lettera che Fsp Polizia di Stato ha indirizzato ai responsabili dei partiti che parteciperanno alle elezioni politiche, volendo rilanciare l’allarme sul tema sicurezza, stilando un dettagliato report di tutte le criticità ed avanzando proposte, ma soprattutto rispecchiando il profondo e reale malcontento che assilla gli operatori.
“Tanti – spiega Mazzetti – i problemi ‘strutturali’ fra i quali, certamente, il peggiore è legato alla carenza di organico che, con gli anni, raggiungerà livelli insostenibili, dato che ormai tutti sanno che entro il 2030 andranno in pensione, solo per raggiunti limiti di età, circa 45.000 poliziotti su un organico attuale di circa 96.000 unità. E’ indispensabile e urgente, dunque, cancellare gli effetti nefasti della riforma Madia e del riordino delle carriere del 2017, ma di pari passo con le problematiche organizzative e ordinamentali si deve procedere ad affrontare le questioni che attengono al livello minimo di serenità che deve essere garantita a ogni Servitore dello Stato. A donne e uomini in divisa devono essere garantite idonee tutele professionali e il rispetto della sua dignità, in servizio e in quiescenza, non ultimo per arginare il dilagante fenomeno dei suicidi nel Comparto che, solo negli ultimi due giorni, annovera altri tre morti fra poliziotti e carabinieri. Ripetere l’elenco delle criticità è superfluo – conclude – le questioni da affrontare sono tante, ma tutte ben conosciute da chi, pur rivestendo ruoli decisionali, non vi ha posto rimedio. Chi otterrà la fiducia degli italiani dimostri adesso di meritarla”.