«Errare humanum est, perseverare autem diabolicum», letteralmente: errare è umano, perseverare è diabolico, dicevano i latini.
A quanto pare, questo concetto è poco chiaro a chi si occupa della gestione dei corsi allievi agenti della Polizia di Stato e alla gestione del personale delle scuole di formazione.
Gli stessi errori commessi durante il 215° corso allievi agenti, starebbero per ripetersi con il 218° corso in partenza per il prossimo 11 luglio.
Questi riguardano la distribuzione degli allievi presso gli istituti di formazione presenti sul territorio italiano. In poche parole, i 1356 allievi agenti del 215° corso, sono stati allocati in 7 istituti di istruzione a causa di una ripartizione tra le scuole, senza tener conto della presenza o meno di istruttori specializzati in organico. A causa di ciò, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha dovuto disporre aggregazioni di personale provenienti da altre scuole di formazione.
Un’evenienza che ha avuto il suo impatto negativo, sia in termini di rendimento che del benessere del personale, considerato che molti di questi sono stati aggregati per diverso tempo in sedi lontane dalle proprie città e famiglie, anche per centinaia di chilometri. Insomma, se la ripartizione delle scuole avesse incluso quelle con personale istruttore già in forza, non si sarebbero verificati disagi e soprattutto la qualità della formazione sarebbe stata di più alto livello, considerando che parte degli allievi del 215° corso terminò il periodo formativo senza essere abilitata all’uso del P.M./12, abilitazione poi conseguita solo presso gli uffici di assegnazione.
La vicenda all’epoca dei fatti fu segnalata al Ministero dell’interno e al Dipartimento di Pubblica Sicurezza dal Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), con una nota a firma del segretario generale Fabio Conestà.
Oggi, il Mosap torna a rilevare dette criticità che starebbero per ripetersi alla vigilia del 218° corso, poiché a detta del sindacato, il Dipartimento avrebbe avviato una preventiva “indagine conoscitiva” per saggiare la possibilità di aggregare presso gli Istituti individuati quali sedi del 218° corso, personale specializzato in forza alle altre Scuole non prescelte come sedi di formazione. Ma non solo: rispetto al 215° corso, per il 218° le scuole prescelte sarebbero 6, e non 7, quindi anche meno.
A questa indagine conoscitiva, ha fatto seguito qualche giorno fa, la richiesta ufficiale di aggregazione per gli istruttori, per soddisfare le esigenze formative.
Se per il 215° corso 1356 allievi sono stati distribuiti su 7 scuole, come mai per il 218° corso 1301 allievi sono stati distribuiti solamente su 6 scuole, considerando che ce ne sono libere ben 6? Sarebbe stato più logico distribuirli su 7 scuole e non richiamare istruttori da tutta Italia per mettere una pezza.
Se pensiamo che per il 215º corso la scuola di Trieste ha avuto la necessità di aggregare decine di istruttori con 248 allievi perché adesso, con la carenza di istruttori strutturale che ha quell’istituto sono stati inviati addirittura 280 allievi?
Infine, se alla scuola di Caserta hanno un solo istruttore di tiro, perché gli hanno assegnato 150 allievi? A quanto pare, la soluzione trovata sarebbe quella di aggregare per 6 mesi dalla scuola di Nettuno istruttori di varie materie per portare a termine il corso che, altrimenti, non potrebbe assegnare ai giovani agenti le competenze necessarie per affrontare il lavoro su strada.
Ma queste aggregazioni quanto costano alle tasche degli italiani? Non era più facile assegnare un’aliquota di 200 agenti ad una scuola, tipo Spoleto, in questo momento libera dai corsi?
Criteri difficili da comprendere e che fanno sorgere una domanda: si vogliono agenti e basta, o si vogliono formare agenti preparati?
Tra le scuole di Polizia, una delle più grandi e con un buon numero di istruttori, è quella di Spoleto che anche questo giro è stata lasciata a piedi. La scuola infatti avrebbe dovuto ospitare un concorso che è stato poi dirottato su Fiera di Roma, con una spesa di mezzo milione di euro in più. Sulla vicenda ha anche presentato un’interrogazione al Ministro Lamorgese, il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco.