È arrivata oggi, dopo 12 anni, una sentenza importantissima che vede assolti i tre poliziotti accusati di lesioni aggravate nei confronti del barista Cesenate Filippo Narducci.
Una vicenda giudiziaria mediatica che ha visto alla gogna tre servitori dello Stato e fasi processuali delicatissime.
Fasi processuali che ho seguito, studiato e analizzato nei minimi dettagli, in un vasto reportage che conservo e che ho realizzato ascoltando i legali, le parti e soprattutto leggendo gli atti.
I tre agenti, Christian Foschi, Giancarlo Tizi e Marco Pieri, difesi dagli avvocati Martines, Luzi e Pini hanno affrontato un calvario lungo 12 anni costellato da servizi televisivi senza contraddittorio, e che hanno visto i tre additati come picchiatori.
La Corte d’Appello oggi, dopo una condanna in primo grado a 4 mesi con risarcimento del danno disposto in 3000 euro, ha ribaltato la sentenza, nonostante la Procura Generale avesse richiesto la conferma delle condanne, pronunciando sentenza di assoluzione per Tizi e Foschi per non aver commesso il fatto e per Pieri (accusato di aver sferrato il pugno) perché il fatto non costituisce reato.
Non è una sentenza definitiva, è una sentenza di secondo grado. Ma ha ristabilito la verità.
Questo processo, l’ennesimo che vede alla sbarra uomini in divisa, è un altro successo dell’avvocato Eugenio Pini, firma di diversi approfondimenti su questo portale e noto difensore delle forze dell’ordine. L’avvocato Pini, con la pacatezza e la professionalità che lo contraddistingue ha cercato di ristabilire la verità durante le varie fasi del processo, dimostrando con documenti e preziose testimonianze, sia l’innocenza dei poliziotti che l’influenza della montatura mediatica.
“E’ stato decisamente un risultato brillante – ha commentato l’avvocato Pini a Forze Armate News – Esprimo grande soddisfazione nel rilevare che gli argomenti difensivi sono stati integralmente recepiti dalla Corte che ha riformato la sentenza di primo grado, assolvendo tutti gli imputati. Questa sentenza segue altre due precedenti sentenze assolutorie in processi complessi ed articolati. L’aver contribuito a dimostrare l’estraneità degli imputati, onesti appartenenti alle Forze dell’Ordine, è motivo di grande compiacimento”.