Ieri mattina il poliziotto addetto alla sezione mentre rispondeva a un detenuto, esponente di rilievo di un noto clan siciliano, in carcere per reati mafiosi e classificato AS3(scala massima di pericolosità), improvvisamente e senza alcuna motivazione, scaricava il suo destro contro la faccia del malcapitato agente a cui rompeva gli occhiali atterrandolo. Non contento, lo stesso detenuto finiva la sua opera con un calcio sulla faccia del poliziotto. Prontamente intervenivano altri colleghi che avevano visto l’aggressione e che riuscivano bloccare l’energumeno, nonché a soccorrere il polizotto che veniva trasportato con il 118 presso l’ospedale civile, ove rischia di perdere un occhio oltre alle varie contusioni sul volto.
Nei giorni scorsi il SAPPE si chiedeva se doveva scapparci il morto per prendere provvedimenti nel carcere di Taranto perché intervenisse l’amministrazione penitenziaria.
Invece nulla, il Ministro, i vertici del DAP, il Provveditore regionale assistono impassibili a questa ennesima tragedia, disinteressati, indifferenti quasi non fosse cosa loro nonostante i cospicui appannaggi che percepiscono mensilmente, mentre le carceri Italiane sono praticamente in autogestione dei detenuti che ormai fanno quello che vogliono, contando sul fatto che si è abdicata la sicurezza depotenziando l’unico baluardo a difesa della legalità e delle istituzioni all’interno dei penitenziari
Il SAPPE ritiene che questa libertà che si è regalata ai detenuti nasconda tutti i problemi che negli anni ogni Capo del DAP ha accumulato grazie ad una politica che si è completamente disinteressata ai problemi penitenziari.
Infatti a nessuno interessa a partire dalla Ministra della Giustizia, al Capo DAP ecc.ecc. della situazione delle centinaia(se non migliaia) di detenuti psichiatrici; “pazzi” buttati nelle carceri, dopo aver chiuso i manicomi, senza assistenza adeguata, per cui alla fine sono i poliziotti che ne pagano le conseguenze.
La professoressa Cartabia si riempie la bocca di rieducazione ai sensi dell’articolo 27 della costituzione; ma come la fa questa rieducazione se poi mancano gli attori principali come educatori, assistenti sociali ecc.ecc. per finire a chi sta h.24 a contatto con i detenuti?
A Taranto oltre 700 detenuti per 3 educatori, e potremmo continuare con tutte le altre carceri pugliesi.