Il Mosap (Movimento Sindacale Autonomo di Polizia) sta valutando la possibilità di denunciare l’organo inquirente che ha portato all’arresto lo scorso 15 febbraio, del funzionario di Polizia di Stato Giovanni Belmonte, dirigente della divisione Amministrativa della Questura di Udine. L’uomo, 54 anni, fu accusato di aver contattato una baby squillo per prestazioni sessuali a pagamento. Accusa crollata per un clamoroso scambio di persona.
«Il collega a causa di un errore, di uno scambio di persona, è stato accusato di fatti gravissimi che hanno leso la sua persona e la sua professione, con conseguente sospensione dal servizio dopo l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, poi revocata nella giornata di ieri. Non è ammissibile che per un errore del genere a rimetterci sia un padre di famiglia, ancora prima che un Servitore dello Stato al quale nessuno adesso potrà restituire la dignità violata».
È il duro commento del segretario generale Fabio Conestà.
«Quella che ha subito Belmonte possiamo definirla una violenza. Messo alla gogna, sospeso dal servizio, ora dovrà ricostruirsi una credibilità ingiustamente minata. Per questo motivo – conclude – valuteremo con il nostro ufficio legale la sussistenza di profili penali, civili e disciplinari anche a carico dei magistrati».