Non si può essere dirigenti sindacali e allo stesso tempo rappresentanti militari, a qualsiasi livello.
È la regola base che i fondatori del Nuovo Sindacato Carabinieri hanno stabilito e perseguito da sempre, a cui tutti i Carabinieri iscritti hanno aderito e riconoscono come valore assoluto contro le ipocrisie di chi ancora pensa di irridere i Colleghi raccontando che la rappresentanza, pagata dai generali, sia come il sindacato, finanziata dagli iscritti che credono nella necessità di costruire una rete di solidarietà, pronta a difendere chi sia in posizioni più deboli e si trova da solo.
Accade che a Milano, presso il Reggimento Lombardia, a causa della cessazione dell’incarico di un rappresentante Cobar, sia stato invitato Giorgio Carugati, punto di riferimento di NSC in quel Comando e nella Lombardia, a rivestire la carica, per sostituirlo.
Giorgio, dirigente provinciale a Milano, ha esaustivamente spiegato nella sua risposta come il solo pensare di fare le due cose contemporaneamente sia non solo una commistione condannata anche dal consiglio di Stato nel suo parere sulla famosa sentenza che ha ristabilito il diritto dei Cittadini Militari di associarsi, ma chiaramente un ossimoro che ingannerebbe non solo chi ha riposto fiducia in un sindacato libero e terzo come il Nuovo Sindacato Carabinieri, mai gerarchicamente sottomesso agli stati maggiori, ma deteriorerebbe anche quel rapporto instaurato con la scala gerarchica del Reggimento, che apprezza ogni giorno di più il rapporto sincero e nel puro interesse dei diritti e della sicurezza di tutti i Carabinieri di quel Comando, che il gruppo dei dirigenti (Cesare D’Angelo, Cosimo Cutino, Massimiliano Marcon, Gianni Lerario, Giuseppe Tutu e Gianluca Gasperini), insieme a Giorgio, perseguono e mettono al centro della loro attività sindacale, per il bene di tutti (anche dei non iscritti).
Nella sua risposta di rifiuto della assunzione di una carica in un sistema che ha da anni evidenziato il suo fallimento, ormai autoreferenziale, Giorgio Carugati ha dato un esempio che chi ancora siede nei Cobar e nel Cocer dovrebbe seguire, proprio per accelerare quel processo di sana e disinteressata costruzione di una vera rappresentanza sindacale. Il Nuovo Sindacato Carabinieri crede fermamente che chi vuole il sindacato, chi vuole difendere e mettersi al fianco dei Colleghi, non può contemporaneamente sedersi di fianco al datore di lavoro, nuocendo anche a quel giusto confronto che deve essere coerente e rispettoso delle diverse parti sociali, per essere veramente in grado di andare nella direzione necessaria e non procrastinabile della protezione dei diritti dei Carabinieri e della loro sicurezza.
Chi si iscrive a qualsiasi sindacato deve accertarsi che non esista questa commistione che ammorba continuamente le giuste aspirazioni, la trasparenza e la meritocrazia di ognuno di Noi e che invece alimenta quella discrezionalità che deteriora la qualità del lavoro e il senso di appartenenza.
Scegliete, il futuro dipende dalla vostra fiducia nel sindacato o nel suo opposto. Sta a Voi Colleghi…