«Leggere che i poliziotti si siano ribellati al colore rosa per via delle mascherine, è una notizia raccapricciante e che, a mio avviso, fa passare quello della Polizia come un ambiente chiuso mentalmente in cui vige mascolinità tossica. In realtà i problemi veri e seri del personale in uniforme, non riguardano il colore delle mascherine ma ben altre criticità».
A dichiararlo è Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap).
«Anziché fomentare puerili polemiche, i sindacati dovrebbero scomodare la stampa e il Capo della Polizia per problemi ben più gravi, come la carenza di organico, mezzi, straordinari o colleghi che si sono ritrovati sospesi e senza stipendio dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale. Perché, sebbene le regole e le leggi vadano rispettate, a maggior ragione se si serve lo Stato, chi ha l’onore e l’onere di tutelare i lavoratori, deve ascoltare anche le istanze delle minoranze. E non mi pare di aver letto comunicati di indignazione in tal senso. Non è certo una mascherina rosa a ledere il prestigio della nostra uniforme. Indecoroso – conclude Conestà – è far passare i colleghi come bambini capricciosi che vogliono un colore piuttosto che un altro».