“Il contenimento della pandemia da Covid-19 nelle carceri, ambiente chiuso per eccellenza, si rileverebbe un pericolosissimo bluff se permanessero le deroghe al possesso della Certificazione verde per chi entra in carcere. Ed è grave che a mancare siano le previste mascherine Ffp2, obbligatorie nei luoghi chiusi: gli Agenti di Polizia Penitenziaria ne sono sprovvisti dalle dotazioni e devono comprarsele di tasca loro”. Lo dichiara il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece. “I dati dell’ultimo monitoraggio effettuato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria registrano 510 detenuti positivi (circa 50 in più rispetto a tre giorni prima), a fronte di una popolazione reclusa di 54.111 effettivamente presenti negli istituti. Numeri al rialzo anche fra gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, che contano 564 positivi (35 in più rispetto al 24 dicembre scorso), pressoché tutti a casa e nessuno in ospedale. I detenuti avviati alla vaccinazione sono stati, ad oggi, 94.719 mentre 26.463 sono tra le file della Polizia Penitenziaria”, prosegue Capece. “Anche coloro che ancora non sono vaccinati si stanno organizzando per essere in regola, ma io credo che siano assurde le disposizioni emanate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria laddove consentono a familiari dei detenuti, avvocati, magistrati e periti di accedere alle carceri (luoghi chiusi per eccellenza) senza il GreenPass, prevedendone l’obbligo solamente al personale di Polizia Penitenziaria, che per altro deve pure comprarsi le mascherine previste Ffp2 perché il DAP non le ha ancora fornite: eppure non credo che il terribile virus distingua tra divisa ed abiti civili….”.