Abbiamo letto con molta attenzione la lettera del Comandante Generale circa il bisogno di rinsaldare il senso di appartenenza, e che spiega, teoricamente, quanto sia importante e quanto sia necessaria l’armonia e la fiducia “reciproche” nelle relazioni interpersonali. Il Comandante evidenzia che debba essere rivisitato il rapporto gerarchico, da “marcatore di distanza” e da “rapporto di circostanza”, mirando alla giusta capacità di essere responsabili nel costruire un rapporto che deve essere contaminato bi-direzionalmente. Continuando, viene ribadito come il confronto non debba essere quello sterile e veloce usato nei social, ormai imperanti nelle comunicazioni interne, privo di un vero dialogo e di uno scambio alla pari tra le esigenze del territorio e della vita professionale quotidiana e di chi impartisce disposizioni non ascoltando né tenendo conto di chi vive le vere e differenti realtà sociali (e operative).È molto interessante che il Generale Luzi ponga come centro del suo intervento il concetto di partecipazione, un concetto che il Nuovo Sindacato Carabinieri sposa e ribadisce in ogni suo intervento, in ogni sua visita e colloquio con i dirigenti sul territorio, focalizzando i documenti e le presentazioni degli stessi proprio sulla necessità funzionale di coinvolgere tutte le parti in causa per soddisfare non solo le necessità operative e di efficienza dello strumento di sicurezza delle Comunità ma anche per rispettare le professionalità di quei Carabinieri che hanno la percezione oggettiva delle difficoltà e vogliono essere riconosciuti come interlocutori attivi. La serenità del personale, intesa come elemento arricchente e di vera inclusione, non può non tenere conto delle capacità personali e delle sensazioni personali che vive ognuno di Noi. Ma da chi deve partire questo concetto così importante? Nell’Arma dei Carabinieri attuale non c’è un riconoscimento degli sforzi di miglioramento culturali personali che tanti Colleghi intraprendono con tanti sacrifici, non esiste una reale capacità di analisi continua delle risorse umane che tengano conto dei curricula e che possa davvero ribaltare quel concetto di discrezionalità soggettiva che inquina e distorce l’impiego di tutti noi, influenzato da regole e disposizioni che nulla hanno a che vedere con l’esatto incontro tra le necessità dell’Arma e l’offerta professionale, diversa e specifica, che ogni Carabiniere può fornire. Le carenze organiche, le difficoltà di trovare ricambi e soddisfare il turn-over nei reparti, non possono limitare le aspirazioni personali e la necessità di cambiare per continuare ad alimentare la giusta passione che il nostro lavoro richiede. Limiti che sfociano spesso (e purtroppo) anche in aspetti psicologici di frustrazione e disagio.Vogliamo poi parlare della mancata partecipazione dei sindacati militari a qualsiasi processo decisionale nonostante la sentenza del 2018 (quattro anni il prossimo aprile) paragoni gli stessi al cocer? Un cocer che ormai rappresenta solo se stesso e le esigenze di alcuni delegati di promuovere una rappresentanza 2.0 che nulla a che fare con il fare sindacato e che farà solo male alle relazioni sindacali e di riflesso al bisogno di un confronto reale e costruttivo.Se lei, Generale Luzi, fa un intervento del genere, esatto e preciso, bisogna far seguire delle azioni coerenti, altrimenti sarebbe l’ennesima lettera che non risponde alle esigenze attuali della nostra Arma dei Carabinieri, che è uno specchio della società italiana e che ha la necessita di evolversi per non fallire il proprio scopo, quello di essere una istituzione credibile non solo per tutti gli Italiani, ma anche per tutti i Carabinieri, suoi Colleghi, che ne fanno parte. Il Nuovo Sindacato Carabinieri, che rappresenta migliaia di Colleghi, come altre sigle sindacali, attende di partecipare proprio per nutrire il senso di appartenenza a Lei così caro (come a tutti Noi).
Buon Natale Comandante dal #sindacatodelcarabiniere