«L’augurio è che il collega possa farcela e a lui va il nostro primo pensiero. Ma non possiamo non sottolineare per l’ennesima volta, che non disponiamo di mezzi e nome idonee a fronteggiare i delinquenti. Se usiamo l’arma in dotazione ci indagano, urlando all’abuso. Se non la utilizziamo, finiamo morti ammazzati. Adesso basta, la misura è colma».
Commenta così Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap), quanto avvenuto a Torino, dove un carabiniere libero dal servizio, impegnato a sventare una rapina in farmacia è stato accoltellato gravemente. Il militare è stato intubato e si trova ricoverato in ospedale in codice rosso.
«Il collega che in quel momento era in farmacia come cliente – spiega Conetà – è riuscito a disarmare uno dei ladri armato di pistola, poi rivelatasi una scacciacani. In quel momento però il complice ha estratto un coltello sferrando diversi fendenti. Poteva accadere, come già successo, anche con colleghi in servizio. Per questo ribadiamo la necessità di essere dotati di taser quanto prima e di ricevere protocolli operativi idonei che ci permettano di fronteggiare al meglio queste situazioni senza dover scegliere tra la barella e il banco degli imputati».
Interviene anche il Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC)
«Quando indossi una divisa come quella di un Carabiniere, di un Poliziotto, non smetti mai di esserlo, anche quando sei, come dicono, “fuori servizio”. È un qualcosa che ti senti dentro, che ti spinge ad affrontare qualsiasi situazione criminosa. Non smontiamo mai, il nostro non è un lavoro come qualsiasi altro. È passione, e volere sempre contrastare ingiustizie e violenze. La nostra unica specificità è questa».
Così Roberto Di Stefano, Segretario Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) su quanto avvenuto a Torino ai danni di un Carabiniere libero dal servizio, accoltellato mentre tentava di sventare una rapina in farmacia.
«La nostra solidarietà al collega. Una preghiera per il nostro Fratello e – conclude – per i suoi Cari»