Un weekend intenso quello delle Donne e degli Uomini del Nuovo Sindacato Carabinieri, con al centro la consapevolezza che sia necessario un sindacato vero, che non abbia timori reverenziali, per fornire una assistenza specializzata per quei Carabinieri che nel corso della loro vita professionale subiscono problemi sanitari a causa del servizio.
Ad Ancona abbiamo presentato una panoramica sulle potenzialità delle leggi che prevedono responsabilità in capo al datore di lavoro, sulla inadeguatezza e della lentezza della macchina burocratica che lascia soli i Colleghi che hanno la sfortuna di dover esercitare quei diritti che servono a risarcire, giustamente, le menomazioni e le malattie dovute non solo a traumi fisici ma anche a tutte quelle infermità derivanti anche da abiti di lavoro, equipaggiamenti o addestramenti non adeguati o spesso inesistenti. Si è parlato anche dell’ultimo decreto che impone la vaccinazione obbligatoria per contrastare gli effetti negativi del Covid, legge che trasforma e enfatizza le responsabilità del Comandante Generale, che deve assolutamente mettere nero su bianco tutte le disposizioni che devono sia aggiornare e portare a conoscenza del personale tutto i DVR sui rapporti rischi/benefici, che le procedure automatiche, assolutamente non discrezionali, per assistere da subito e con continuità i Carabinieri che saranno colpiti da infermità, sia nell’immediato che nel loro futuro. Ma approfondiremo questa specifica materia nei luoghi dedicati.
Sabato, a Viareggio, invece abbiamo vissuto emozioni fortissime con le testimonianze di Alba, Simona, Lorenzo, Nadia, Leila. Madri, Mogli, Figli, Sorelle di nostri Colleghi che non ci sono più. Ci hanno raccontato le loro Vite devastate, le loro battaglie per la trasparenza, per sapere cosa sia successo ai loro Familiari, Carabinieri. Ci hanno invitato a sentirci responsabili, ad ascoltare chi viene ghettizzato da un sistema che non riesce a dimostrare la giusta e necessaria empatia per accompagnare chi soffre fuori da uno stress che porta a decisioni estreme.
Abbiamo sentito professionisti che cercano di aiutare chi soffre, professori e sociologi che ci hanno spiegato le diverse implicazioni e le influenze che tutti viviamo.
Sono intervenuti Senatori e Onorevoli (Parrulli, Novelli, Zucconi e Perego), che hanno dato la loro disponibilità a tenere alta l’attenzione e a collaborare con il Nuovo Sindacato Carabinieri per qualsiasi iniziativa che possa contrastare questi drammi che distruggono le Famiglie, che mettono in discussione il senso delle Vite di chi non è riuscito a capire, a combattere, ad aiutare.
Il Colonnello Sergio De Caprio, Capitano Ultimo, responsabile del Dipartimento Diritti e Legalità di NSC, che da sempre lotta per portare avanti gli Ultimi, per farli camminare insieme a tutti Noi, ha ribadito l’importanza della contaminazione tra tutte le parti sociali delle Comunità dove viviamo per aiutarci a vicenda, per scambiarci le esperienze e lavorare insieme ad affrontare qualsiasi piaga sociale. La Presidente, Monica Giorgi, e il Segretario Generale, Massimiliano Zetti, hanno affrontato da diverse angolature la problematica dei suicidi.
Nella discussione sono intervenuti i sindacati Sibas, Silf e Silp Cgil, insieme ad Assodipro, una associazione che da sempre assiste i militari.
Tutto è ruotato sulla esigenza di non lasciare inascoltate le voci, di costruire una rete di solidarietà che possa intervenire quando c’è ancora tempo, per provare a invertire quei processi psicologici che non possono essere certamente affrontati da soli.
A questo serve fare sindacato consapevole e responsabile, terzo e indipendente, a far comprendere ai nostri Stati Maggiori, al nostro datore di lavoro, che devono coinvolgerci, sindacati e personale, che devono ascoltare attivamente tutto quello che parte da Chi porta avanti una funzione sociale, quella della sicurezza, che ha risvolti drammatici e continui a causa degli stress che ci portiamo addosso dopo qualsiasi intervento a supporto delle Comunità, accentuati dal fenomeno del burnout.
L’ostinazione a non rispondere alle nostre istanze, con delle scuse che cozzano contro la sentenza che già da tre anni e mezzo ha certificato come i Carabinieri e i Militari non hanno una rappresentanza perché hanno avuto il diritto di associarsi per i propri diritti cancellato ignobilmente da sempre, andando contro qualsiasi considerazione etica e morale. Il continuare a farsi affiancare da una rappresentanza, che non può comportarsi da parte terza, da reale controparte, perché è pagata dal padrone del vapore, è come parlare allo specchio, con sé stessi.
Ricordo quando mio Nonno mi diceva sempre che un Uomo solo è sempre in cattiva compagnia.
Generale Luzi, noi siamo qui, possiamo aiutarla, attendiamo che la casa di vetro che Lei vuole alimentare mantenga le pareti pulite e trasparenti. Lo deve a tutti i Carabinieri, suoi Colleghi, e alle loro Famiglie.