Una legge sindacale inadeguata e fortemente minata fin dalla sua nascita, le cui origini risalgono a circa due anni fa, che porta il nome dell’On. Corda – Relatrice del provvedimento in Commissione Difesa della Camera e già appartenente al Movimento 5 Stelle – completamente snaturata e resa a-sindacale dalle visioni e dalle politiche dell’attuale relatore e capogruppo PD in Commissione Difesa, Sen. Vattuone.
Nemmeno gli altri partiti (Lega, FI, FDI, ecc.) hanno brillato in questa battaglia di civiltà democratica, anzi da alcune posizioni assunte e dichiarazioni fatte dai loro rappresentanti, sono emerse visioni e impostazione concettuali persino più retrive.
A nulla sono valse le audizioni delle sigle sindacali che hanno persino coinvolto illustri esperti di diritto sindacale e costituzionale per far comprendere che la legge proposta fosse totalmente incapace di tutelare i diritti di 320 mila donne e uomini in uniforme e minata rispetto alle previsioni Costituzionali ed alle convenzioni internazionali.
La legge che il Senato si appresta a votare nei prossimi giorni è stata completamente condizionata da attori “politicamente incapaci” di recepire le reali esigenze e dai vertici delle Amministrazioni, fortemente interessati a snaturare e minare alle origini ogni tentativo di dotare il mondo militare, così come sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale 120/2008, di una legge sindacale idonea a tutelare e negoziare gli interessi del personale. Di contro, hanno assunto valenza esclusiva le paure e le impostazioni retrive dei vertici militari pro-tempore, che si sono tradotte in pareri, audizioni e continue sollecitazioni finalizzate a rendere il progetto di legge privo di ogni idonea capacità e autonomia sindacale.
E tutto ciò sta accadendo nel silenzio e nell’indifferenza più assolute del Ministro della Difesa e dell’Economia da cui gli apparati militari dipendono e nonostante ogni settimana ci siano numerosi suicidi di appartenenti a questi Corpi, che presi da forme di disagio sociale e sconforto decidono di togliersi la vita. Inoltre, senza tenere conto che ormai ogni giorno i pronto soccorso sono pieni di uomini e donne feriti e umiliati da atti di violenza inaudita, perpetrati nei loro confronti da soggetti violenti che non hanno alcun rispetto delle leggi e delle istituzioni.
Ci chiediamo se queste siano le motivazioni sottese che, unite alla paura di avere organizzazioni sindacali in grado di tutelare, stanno impedendo di ottenere una legge che possa permetterà a chi rappresenta il personale di tutelare le condizioni di lavoro, la dignità e l’integrità degli operatori, consegnare al Paese, Forze di polizia e Forze armate che vivano ed operino in contesti più democratici, ovviamente senza far venir meno il livello e l’efficienza dei servizi forniti alla collettività.